INVITO ALLA PREGHIERA PER LE VITTIME DELLE GUERRE E DELL’IMMIGRAZIONE

La Comunità pastorale invita tutti i fedeli e ogni uomo e donna di buona volontà a un momento di riflessione e preghiera: venerdì 1 maggio 2015, ore 21.00, in chiesa prepositurale.

«Nella chiesa prepositurale di Santa Maria Assunta - è l’invito rivolto da don Ettore Colombo, responsabile della Comunità pastorale Famiglia di Nazaret - tutti i fedeli della Comunità pastorale e ogni uomo e donna di buona volontà sono invitati a un momento di riflessione e di preghiera per le vittime causate dalla guerra e dall’odio e per i numerosi migranti che trovano la morte in mare.

Alle ore 21.00 ci ritroveremo in chiesa per ascoltare la parola di Dio e l’omelia del nostro Arcivescovo (sotto riportata, ndr).

Subito dopo inizierà il tradizionale trasporto del simulacro dell’Addolorata dalla chiesa prepositurale al santuario di Santa Maria.

Durante il percorso, attraverso la recita del Rosario, affideremo a Maria, madre di ogni dolore, le nostre preghiere a suffragio di tutti gli uomini e le donne che, come noi, cercano una vita migliore e trovano, invece, la disperazione e la morte.

Giunti al santuario di Santa Maria, termineremo la nostra preghiera, invitando tutti a protrarla lungo il mese di maggio, dedicato alla Madonna, tramite la recita del Rosario, in famiglia, nelle proprie case e così come viene proposto nelle diverse parrocchie della Comunità pastorale.»

Alla riflessione sono proposti due interventi. Il primo è quello Papa Francesco, dopo la preghiera del Regina coeli - in piazza San Pietro, a Roma - di domenica 19 aprile 2015.

Fratelli nostri che cercano una vita migliore - «Cari fratelli e sorelle, stanno giungendo in queste ore notizie relative ad una nuova tragedia nelle acque del Mediterraneo. Un barcone carico di migranti si è capovolto la scorsa notte a circa 60 miglia dalla costa libica e si teme vi siano centinaia di vittime. Esprimo il mio più sentito dolore di fronte a una tale tragedia ed assicuro per gli scomparsi e le loro famiglie il mio ricordo e la mia preghiera. Rivolgo un accorato appello affinché la comunità internazionale agisca con decisione e prontezza, onde evitare che simili tragedie abbiano a ripetersi. Sono uomini e donne come noi, fratelli nostri che cercano una vita migliore, affamati, perseguitati, feriti, sfruttati, vittime di guerre; cercano una vita migliore. Cercavano la felicità... Vi invito a pregare in silenzio, prima, e poi tutti insieme per questi fratelli e sorelle.»

Il secondo intervento è del nostro arcivescovo, cardinale Angelo Scola, durante l’incontro di preghiera di mercoledì 22 aprile 2015, nella chiesa di Santo Stefano in Milano, per i migranti che hanno trovato la morte in mare. Di seguito pubblichiamo la sua omelia.

«Siamo qui per compiere un atto penitenziale. Infatti ognuno di noi non può non sentirsi responsabile, a livelli che ciascuno rintraccerà nel proprio esame di coscienza, di questa troppo lunga ed immane tragedia. Tutti siamo parte dell’unica famiglia umana voluta da Dio. Ogni nostra mancanza, ogni nostro peccato incide su tutti i membri della famiglia. Pertanto chiediamo perdono. Il Vangelo di Matteo al capitolo 25 appena proclamato ci mette di fronte al giudizio finale di Dio. In questa prospettiva siamo qui per convertirci, per lasciarci ferire dal dolore del nostro peccato. Senza questa ferita il gesto di preghiera che stiamo compiendo sarebbe una pura voce senza senso (flatus vocis) : «Da dove potrà mai entrare Gesù se non da un cuore spezzato?» (Oscar Wilde).

La prima intenzione della nostra preghiera: la tragedia dei migranti. «Rivolgo un accorato appello affinché la comunità internazionale agisca con decisione e prontezza, onde evitare che simili tragedie abbiano a ripetersi. Sono uomini e donne come noi, fratelli nostri che cercano una vita migliore, affamati, perseguitati, feriti, sfruttati, vittime di guerre; cercano una vita migliore. Cercavano la felicità...» (Papa Francesco al termine della recita del Regina coeli, domenica 19.4.2015).

La seconda intenzione di preghiera: i cristiani martiri - «Oggi la Chiesa è Chiesa di martiri». E tra questi ci sono «i nostri fratelli sgozzati sulla spiaggia della Libia; quel ragazzino bruciato vivo dai compagni perché cristiano; quei migranti che in alto mare sono buttati in mare perché cristiani; quegli etiopi, assassinati perché cristiani». Richiamando la storia del protomartire santo Stefano, Papa Francesco, nella Messa celebrata martedì 21 aprile nella cappella della Casa Santa Marta, ha ricordato i tanti martiri di oggi: anche quelli di cui non conosciamo i nomi, che soffrono nelle carceri o vengono calunniati e perseguitati «da tanti sinedri moderni» o, ancora, vivono ogni giorno «la fedeltà nella propria famiglia». Associamo ai cristiani donne e uomini delle religioni, costruttori di giustizia, che subiscono inermi violenza fino a venirne uccisi.

Il nostro impegno:

a. per una condivisione che giunga fino a pagare di persona;

b. per la crescita in noi di una coscienza civica europea; chiediamo un’Europa meno tecnocratica e più umana; l’Europa diventi finalmente una famiglia di popoli e si assuma tutta la sua responsabilità anzitutto nei confronti di tutti i Paesi del Mediterraneo;

c. perché la metropoli di Milano, le terre lombarde ed Expo trovino il modo per mettere a tema della riflessione e dell’azione queste tragedie.»

Cernusco sul Naviglio, 27 aprile 2015