DIO NON DELUDE, GLI IDOLI SÌ

Dedicata alla contrapposizione tra Dio, che "non delude mai", e gli idoli, che "deludono sempre", la catechesi di Papa Francesco, all'udienza di mercoledì 11 gennaio.


Papa Francesco durante l’udienza dell’11 gennaio 2017 (Aula Paolo VI, Città del Vaticano)
Foto Marco Calvarese / SIR – Riproduzione riservata

“Dio non delude mai, gli idoli deludono sempre”, perché sono “false speranze”, “fantasie”, illusioni e non realtà. Su questo doppio binario si è articolata l’udienza di mercoledì 11 gennaio, in cui il Papa ha commentato il Salmo 115.

“Sperare è un bisogno primario dell’uomo: sperare nel futuro, credere nella vita, il cosiddetto pensare positivo”, ha esordito Francesco, ricordando che “la Sacra Scrittura ci mette in guardia contro le false speranze”. La fede “è fidarsi di Dio”, e “chi ha fede si fida di Dio”. Ma “viene il momento in cui, scontrandosi con le difficoltà della vita, l’uomo sperimenta la fragilità di quella fiducia e sente il bisogno di certezze diverse, di sicurezze tangibili, concrete”. “Io mi affido a Dio, ma la situazione è un po’ brutta, e io ho bisogno di una certezza un po’ più concreta: e lì è il pericolo”, aggiunge Francesco.

“A noi piacciono gli idoli, ci piacciono tanto!”, esclama a proposito delle “consolazioni effimere” che pensiamo di trovare “nella sicurezza che può dare il denaro, nelle alleanze con i potenti, nella mondanità, nelle false ideologie”. A volte, invece, “le cerchiamo in un dio che possa piegarsi alle nostre richieste e magicamente intervenire per cambiare la realtà e renderla come noi la vogliamo”.

“Andare dal veggente o dalla veggente che leggono le carte: questo è un idolo, e quando noi vi siamo tanto attaccati compriamo false speranze. Mentre di quella che è la speranza della gratuità, che ci ha portato Gesù Cristo, gratuitamente dando la vita per noi, a volte non ci fidiamo tanto”.

“Noi siamo più contenti di andare dagli idoli che andare dal Signore. Siamo tante volte più contenti dell’effimera speranza, falsa, che ti dà questo falso idolo, che della grande speranza sicura che ci dà il Signore”. È il riassunto del Salmo 115, nelle parole del Papa.

Così, “alla speranza in un Signore della vita che con la sua Parola ha creato il mondo e conduce le nostre esistenze, si contrappone la fiducia in simulacri muti”. “Le ideologie con la loro pretesa di assoluto, le ricchezze, il potere e il successo, con la loro illusione di eternità e di onnipotenza, valori come la bellezza fisica e la salute, quando diventano idoli a cui sacrificare ogni cosa, sono tutte realtà che confondono la mente e il cuore, e invece di favorire la vita conducono alla morte”.

“Dio – che non è un idolo – non delude mai”. Con queste parole, il Papa si è avviato alla conclusione della catechesi. “Se si ripone la speranza negli idoli, si diventa come loro: immagini vuote con mani che non toccano, piedi che non camminano, bocche che non possono parlare. Non si ha più nulla da dire, si diventa incapaci di aiutare, cambiare le cose, incapaci di sorridere, donarsi, incapaci di amare”. “E anche noi, uomini di Chiesa, corriamo questo rischio quando ci mondanizziamo”, ha ammonito Francesco, secondo il quale “bisogna rimanere nel mondo ma difendersi dalle illusioni del mondo, che sono questi idoli”. “Sempre il Signore si ricorda”, ha proseguito Francesco: “Anche nei momenti brutti lui si ricorda di noi. E questa è la nostra speranza. E la speranza non delude. Mai. Mai. Gli idoli deludono sempre: sono fantasie, non sono realtà”. (Fonte: Agenzia SIR)

Per leggere il testo completo della catechesi di Papa Francesco di mercoledì 11 gennaio 2017, cliccare qui

Cernusco sul Naviglio, 11 gennaio 2017