L’IMPORTANZA DELLA FAMIGLIA COSTITUITA DA PADRE, MADRE E FIGLI

Nelle scorse settimane la stampa locale ha dato risalto alla costituzione, per la prima volta nella nostra città, di un’unione civile. Nell’occasione, è stato impropriamente scritto che si trattava di matrimonio e di nuova famiglia. Noi coltiviamo un sogno: un “Paese a dimensione familiare”, dove il rispetto per tutti sia stile di vita e i diritti di ciascuno vengano garantiti su piani diversi secondo giustizia.


Foto sopra e pagina iniziale: archivio SIR – Riproduzione riservata

Già negli scorsi mesi più volte abbiamo scritto sul tema delle unioni civili. Torniamo a farlo dopo che alcuni organi di informazione locale, nelle scorse settimane, hanno dato risalto a quanto accaduto per la prima volta nella nostra città, sulla base del contenuto dell’articolo 1 della recente legge sulle unioni civili: «due persone maggiorenni dello stesso sesso costituiscono un'unione civile mediante dichiarazione di fronte all'ufficiale di stato civile ed alla presenza di due testimoni.» Lo facciamo anche perché, nell’occasione, è stato impropriamente e ripetutamente scritto che si trattava di matrimonio e di nuova famiglia.

Molte delle critiche di una parte dell’opinione pubblica italiana, costituita non solamente da cattolici, alla legge sulle unioni civili fanno, appunto, riferimento all’ambiguità che la contraddistingue per i continui rimandi al diritto matrimoniale. L’unione civile fra omosessuali, secondo la vigente legge, «anche se non si chiama matrimonio – ha spiegato l’ex magistrato ed editorialista di Avvenire Giuseppe Anzani - instaura una relazione omogenea a quella coniugale, che attrae su di sé il compendio pressoché intero delle norme destinate agli sposi. È ipocrisia irritante far giochi di parole su queste cose; se l’intento era di riconoscere specifici diritti a coppie di gay, si poteva farne tutto il catalogo che si voleva, eredità e reversibilità compresa; ma farne dei “coniugi” no, per la Costituzione “l’unione omosessuale non è omogenea al matrimonio” (Corte Costituzionale, sentenza 138 del 2010).»

Riscontrare delle diversità non è discriminazione. «Maschio e femmina e matrimonio e famiglia – osserva ancora Anzani - sono parole e realtà umane in cui si esprime il significato sponsale del corpo e la vocazione di trasmettere la vita. Altri sodalizi possono avere quel che conviene e che non stona; ma restano altro e non v’è legge che li trasmuti.»

Ci sono alcune cose chiare da dire sulla famiglia, che sembrano quasi un’ovvietà. Eppure vale la pena ricordarle. La famiglia fondata sul matrimonio, come la costituzione italiana prevede, è quella di un uomo e di una donna aperti alla vita, all’amore, alla generazione. Questo è il fondamento della società civile ed esperienza universale. Senza la famiglia, che permette l’incontro delle generazioni e dei generi diversi, in una ricchezza di apporti, non c’è vera educazione. La famiglia è la prima scuola di socializzazione dove si impara ad ascoltarsi a vicenda, cercare di capirsi, avere il passo degli altri, aiutarsi vicendevolmente, avere il senso del dovere e del sacrificio. Fuori da questo, tutto il resto è diverso, è un’altra cosa.

Di questi tempi – dove abbiamo visto moltiplicarsi i paladini dell’attuale Costituzione - non è superfluo ricordare che i Padri costituenti ci hanno consegnato l’articolo 29 - “La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio” - che tutti siamo chiamati a custodire come patrimonio prezioso.

Oggi più che mai c’è la necessità di una politica familiare, sia a livello nazionale che locale, molto più attenta all’importanza e al sostegno della famiglia costituita da padre, madre e figli, anche a seguito della drastica diminuzione delle nascite. Il ruolo della famiglia non è sussidiario o marginale e non è un tema che deve stare a cuore solo ai cattolici, ma a tutti.

Questo è il tempo di riscoprire la vocazione matrimoniale, mostrandone la gioia, non “contro” qualcuno, ma per dare testimonianza del dono dell’amore coniugale. Ci può essere senz’altro di aiuto in questo percorso l’esortazione di Papa Francesco sull’amore nella famiglia “Amoris laetitia” dove, in particolare, il primo e il terzo capitolo trattano lungamente del valore della famiglia e della realtà del matrimonio, mettendone in mostra l'originalità e la vocazione. Ai nn. 250 e 251 della stessa esortazione si fa, invece, espressamente riferimento alle persone con orientamento omosessuale e alle unioni fra persone dello stesso sesso. A proposito di quest’ultime, si afferma che “non esiste fondamento alcuno per assimilare o stabilire analogie, neppure remote, tra le unioni omosessuali e il disegno di Dio sul matrimonio e la famiglia”.

Questo è anche il tempo in cui coltivare un sogno: un “Paese a dimensione familiare”, dove il rispetto per tutti sia stile di vita e i diritti di ciascuno vengano garantiti su piani diversi secondo giustizia.

Carlo & Ambrogio

Cernusco sul Naviglio, 7 gennaio 2017