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BUON ANNO, PER ESSERE REALISTI, EDUCARCI AL GRATUITO, RICUPERARE SENSO CIVICO

“Un augurio perché possiate vivere felici, in comunione con la gente e soprattutto perché possiate passare dai crinali dell’ascolto sui crinali scoscesi della prassi, che vi impegnate cioè, che vi sporchiate le mani: non state alla finestra! Datevi da fare” e “se darete ascolto alle utopie del Vangelo”, “la pace, prima che darla gli altri, la sentirete sgorgare nei vostri cuori come acqua viva.”


Educarci al gratuito: volontariato in una casa di riposo (Foto SIR – Riproduzione riservata)
Giovani e lavoro in pagina iniziale: priorità per il nuovo anno (Foto SIR – Riproduzione riservata)

All’inizio di un nuovo anno - quando ci si sforza di essere pieni di buoni propositi e di desideri di cambiamenti, di coltivare nuove passioni e di puntare in alto – torna utile ritornare su alcuni “inviti” che il nostro arcivescovo, cardinale Angelo Scola, ci ha rivolto durante la sua recente visita pastorale al nostro decanato.

«La caratteristica principale del cristiano è di essere realista, quindi di immergersi dentro la realtà. Non per nulla siamo figli nel Figlio di un Dio che si è incarnato, che ha voluto condividere la vita concreta, quotidiana, di tutti noi.» A questa prima sottolineatura, l’arcivescovo ha fatto seguire subito un ammonimento: «Riflettette molto su questo, perché è un aspetto che dimentichiamo spesso e riduciamo la proposta di Gesù all’importantissima e decisiva dimensione liturgica, di approfondimento della parola di Dio, dei gesti di carattere spirituale e ascetici, ma guai se tutto questo non passa nella vita (negli affetti, nel lavoro, nel riposo ...). Se non passa nella vita tradisce la proposta che Gesù fa.»

L’importanza dell’educazione al gratuito, è stata la seconda sollecitazione di Scola. Educazione che nel concreto, per l’arcivescovo, vuol dire «isolare ogni settimana almeno un’ora del proprio tempo libero», per dedicarlo agli altri, a chi ha bisogno, «e come ogni gesto educativo ha bisogno di essere regolarmente ripetuto e praticato nella sua verità». Se non c’è questo terreno fertile, coltivato dall’educazione al gratuito, «succede che di fronte a problemi come quello dell’immigrazione, che non è un fenomeno passeggero ma che durerà decenni nella società europea, si diventa succubi delle paure e del fastidio. Non si riesce ad accettare le diversità.» È convinzione di Scola che «la paura si vince con la pazienza educativa». Quest’ultima è necessaria se non si vuole cadere nella trappola della «paura cattiva consigliera, che non porta alla soluzione dei problemi, ma porta a un rinchiudersi su di sé che, alla fine, genera solo involuzione, incrementa il narcisismo o quello che io chiamo l’individualismo del nostro tempo, una sorta di autismo spirituale, di incapacità strutturale di comunicare.»

«È sotto gli occhi di tutti noi che la dimensione politica, economica, culturale, sociale delle nostre società cosiddette avanzate del Nord opulento del pianeta è attraversata da contraddizioni e problemi enormi che faticano a far emergere persone veramente dedite al bene comune.» Ecco, quindi, il terzo invito dell’arcivescovo: «Occorre riprendere un senso civico.» Per Scola, «il cristiano è il più civico tra i cittadini perché ha una ragione per impegnarsi che va oltre la ragione terrena. La ragione è quella di documentare la bellezza, la bontà, la verità di Gesù e della comunione fraterna, che nasce tra noi, al di là dei nostri pasticci, dei nostri limiti e dei nostri peccati.» Impegnarsi con la consapevolezza che «siamo in una società plurale, in cui molta gente si muove non a partire dalla fede. Ma noi possiamo dare il nostro apporto partendo da ciò che a noi sta più a cuore: Gesù.» Per l’arcivescovo «le scuole di formazione sono utili, chiarire alcune tematiche complesse della nostra società è utile, ma non è decisivo. Ciò che è decisivo è il per chi lo faccio?» Diventa, allora, fondamentale domandarsi: quanto faccio «è un’azione vivente che trasforma l’amore di Gesù per me e il mio amore per Gesù?»

Essere realisti, educarci al gratuito, ricuperare il senso civico: tre impegni non da poco, certamente! Ma necessari in questo “cambiamento d’epoca” che stiamo vivendo. Impegni che diventano augurio e si caricano di speranza, alla luce dell’esperienza dei nostri adolescenti, negli scorsi giorni a Monaco di Baviera, sulle tracce della “Rosa Bianca”. «Un augurio personale a tutti quanti voi – sono le parole dell’indimenticabile monsignor Tonino Bello, vescovo di Molfetta - perché possiate vivere felici, in comunione con la gente. E un augurio soprattutto perché possiate passare dai crinali dell’ascolto, delle emozioni, sui crinali scoscesi della prassi, che vi impegnate cioè, che vi sporchiate le mani, che vi impegnate sul campo: non state alla finestra, a guardare, magari ad applaudire o fischiare, i protagonisti del corteo che si snoda sotto casa vostra. Datevi da fare, perché ci sono oggi molte forme di impegno e io credo che se anche tutti quanti voi darete ascolto alle utopie del Vangelo, ai grandi sogni diurni che oggi tanta gente coltiva, e se sporcandovi le mani scenderete anche voi in campo, io sono convinto che voi la pace, prima che darla gli altri, la sentirete sgorgare nei vostri cuori come acqua viva.» Buon anno!

Carlo & Ambrogio

Cernusco sul Naviglio, 1 gennaio 2017