DON LUCIANO, GENNAIO: "Essere costruttori di pace"
Carissimi,
un
anno nuovo, un anno santo! Papa Francesco ci invita a viverlo nella speranza e
quanto ne abbiamo veramente bisogno!
Oggi più che mai ci sta a cuore il grande tema della pace e come vorremmo che quest’anno santo ponesse fine a tutti i conflitti che segnano così duramente la vita degli uomini e delle nazioni. Pensiamo fra tutte alla guerra in Ucraina e a quella in Terra Santa.
Pregare per la pace, come fanno i cristiani e gli uomini delle religioni, non è un gesto inefficace, una sorta di superficiale cosmesi. Al contrario, è andare al cuore della questione chiamando tutto il potere di questo mondo a fare i conti con il Principe della Pace (cf. Is 9,5).
Credo che il primo e più importante criterio per vivere e ottenere la pace chiede di mettere in campo la persona e le sue relazioni costitutive. Al primo posto mi piace richiamare quello che Benedetto XVI, a proposito della pace, definiva come «l’avventura più affascinante e difficile della vita»: l’educazione. Questo è un tema centrale per la missione delle nostre comunità. E nell’educazione, in particolare nella trasmissione del patrimonio della fede alle giovani generazioni, decisiva è la figura del testimone. «Sono più che mai necessari autentici testimoni, e non meri dispensatori di regole e di informazioni; testimoni che sappiano vedere più lontano degli altri, perché la loro vita abbraccia spazi più ampi. Il testimone è colui che vive per primo il cammino che propone».
Oggi si parla tanto di pace ma non sempre si fanno sforzi adeguati per ottenerla.
“L’evento giubilare ci invita a intraprendere diversi cambiamenti, per affrontare l’attuale condizione di ingiustizia e diseguaglianza, ricordandoci che i beni della terra sono destinati non solo ad alcuni privilegiati, ma a tutti. … Quando la gratitudine viene meno, l’uomo non riconosce più i doni di Dio. Nella sua misericordia infinita, però, il Signore non abbandona gli uomini che peccano contro di Lui: conferma piuttosto il dono della vita con il perdono della salvezza, offerto a tutti mediante Gesù Cristo. Perciò, insegnandoci il “Padre nostro”, Gesù ci invita a chiedere: «Rimetti a noi i nostri debiti» ( Mt 6,12).
Quando una persona ignora il proprio legame con il Padre, incomincia a covare il pensiero che le relazioni con gli altri possano essere governate da una logica di sfruttamento, dove il più forte pretende di avere il diritto di prevaricare sul più debole”. (Papa Francesco - Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 2025).
Potremmo davvero riconoscere che la pace sparisce dalla nostra vita quando non c’è più fede in Dio ma solo in noi stessi e nella nostra autodeterminazione. La pace se ne va quando manca l’educazione al bello, al vero e al bene per cui tutto diventa semplicemente “consumabile” da una fame divoratrice per appagare il nostro egoismo.
Preghiamo davvero perché Dio dilati il nostro cuore per essere costruttori di pace e sia per tutti e per ciascuno un anno di grazia del Signore e la sua santità risplenda nella nostra vita.
don Luciano