Mons. Biraghi e la fede in tempo di epidemia


Correva l’anno 1836 quando nel nord Italia infuriava una grande epidemia di colera. Numeri terribili: “Il cholera morbus, che tra l’aprile e il settembre 1836 fece nella provincia di Milano 3.544 vittime e 28.026 in tutta la Lombardia, in luglio ebbe la massima intensità.” (Positio, pag. 133). Monsignor Luigi Biraghi, padre spirituale del seminario teologico della diocesi di Milano, si trovava presso Castello sopra Lecco. Numerose testimonianze attestano la sua opera nell’assistere i più poveri e ammalati in questo terribile periodo di epidemia.

 “Ben volentieri noi ci fermiamo ancora pronti ai bisogni di questi paesi
afflittissimi dal colera. Avendo avuto tutti tre il colerino ci sentimmo tanto
stracchi che avevamo fissato dopo dieci giorni di dimora di ritirarci di qua.
Ma per grazia del Signore ci siam rimessi così bene in salute, che possiamo
lavorare ancora: e d’altra parte i bisogni qui sono molti e i sacerdoti
stanchi assai… V. Em. adunque
riposi tranquillo per questi paesi che noi, fin dove le forze permetteranno,
ci presteremo per tutto. La preghiamo solo della Sua benedizione pastorale.”

(Lettera del Biraghi all’arcivescovo Gaisruck, circa l’assistenza ai colerosi a
Castello sopra Lecco, Positio pag. 133)


Ma la sua carità soprattutto era per la salvezza delle anime, per le quali sfidava i più
gravi pericoli, e quando nel 1836 irruppe fra noi terribile e micidiale il
colera, Mons. Biraghi, lasciati studi e seminario, emulo di s. Carlo, si
diede a corpo perduto tutto in soccorso de' colerosi confortandone senza tema
le angosce dell'agonia. Sempre animato dall'amore di Cristo quante anime
perdute dagli errori e dai traviamenti trasse a vita santa!

(commemorazione di don Giuseppe Pozzi in occasione dei funerali del beato Luigi Biraghi, Positio pag. 1140)


Il fatto di ricordare il beato Luigi Biraghi soprattutto per i contributi storici e intellettuali alla chiesa ambrosiana in quell’ottocento difficilissimo sotto ogni punto di vista, rischia a volte di far passare in secondo piano il suo enorme carisma legato alla carità e all’amore verso il prossimo. In realtà proprio la sua cultura fu l’antecedente logico necessario delle sue opere di carità.  Non esiste actio senza cogitatio e tanto più il pensiero è forte e radicato totalmente in Gesù quanto più l’azione va poi di pari passo.
Se a Cernusco abbiamo un ospedale che porta il nome di Ambrogio Uboldo gran merito fu di Mons. Biraghi.  “Egli, infatti, fu amico e consigliere spirituale del Cav. Ambrogio Uboldo ed in tale duplice veste, all’amico afflitto per la immatura morte del nipote che sarebbe dovuto diventare suo erede universale, suggerì di lasciare i suoi beni legandoli alla fondazione di un ospedale caritativo […] Si adoperò quindi, quale esecutore testamentario del Cav. Ambrogio Uboldo e quale rappresentante del Comune nell’esecuzione del legato” (avv. dott. Antonio De Felice, commemorazione 30° anniversario dell’apertura del soggiorno Mons. Biraghi)

Mons. Biraghi conosceva bene la sofferenza e la malattia, costanti queste, che lo accompagnarono nel corso della sua intera vita fin dalla più giovane età. Nel 1815, quando era quattordicenne e studente nel seminario minore, il colera si portò via i fratelli maggiori Carlo e Giuseppe mentre in occasione della citata epidemia del 1836 perse la vita anche suo padre Francesco.  Nel 1854-55 un nuovo fortissimo contagio, che colpì con particolare ferocia Cernusco, portò via con sé la vita di diverse suore dell’Ordine delle Marcelline (dal Biraghi stesso fondato diversi anni prima) e anche in quell’occasione il beato Biraghi e tutto il suo Ordine non mancarono nella profusione di sforzi e impegno nell’aiutare i più poveri e bisognosi colpiti dal morbo che rendeva ancora più difficile la loro già precaria condizione.

E se questa pandemia ha messo in luce, per l’ennesima volta nella storia, la grande fragilità
umana, oggi come allora sono sempre arrivate persone che, ponendo la loro base sulla solida roccia, hanno saputo essere uno strumento nelle mani del Signore per aiutare e confortare chi soffre, chi è solo, chi si trova nel dolore.
Preghiamo perché l’esempio luminoso del  beato Luigi Biraghi e la sua intercessione presso Dio per Cernusco e per tutta la chiesa ambrosiana e universale possano essere di aiuto e conforto a tutti noi.

E.S.

Testi consultati:

1.    Positio super virtutibus per la beatificazione e canonizzazione di Mons. Luigi Biraghi.
2.    Commemorazione 30° anniversario dell’apertura del Soggiorno “Mons. L. Biraghi” - Intervento dell’avv. dott. Antonio De Felice – 22 gennaio 2011
3.    Tamara Gianni, Beato Luigi Biraghi – Itinerari biografici a Milano, ed. Istituto Internazionale delle suore di Santa Marcellina, Milano 2006.
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