Don Luciano: La Risurrezione di Gesù è esattamente il cuore della nostra fede
Carissimi,
dopo l’intenso e importante viaggio in Iraq di papa Francesco questa testimonianza del Card. Sako patriarca di Baghdad ci aiuta a vivere bene questo tempo di Pasqua: “La croce della nostra Chiesa caldea è una croce gloriosa. Nelle nostre chiese non si trova Cristo sulla croce, ma una croce senza Cristo. Per noi cristiani, così spesso perseguitati, è speranza di risurrezione. Gesù è risorto e noi avremo la stessa sorte. Non abbiamo paura!”
La paura non è frutto dello spirito di Dio e non viene da Dio per cui se abbiamo veramente Cristo risorto nel cuore non dobbiamo avere paura di vivere anche se talvolta la vita si presenta con qualche difficoltà grande come quella che stiamo vivendo.
Sempre nel suo viaggio in Iraq, Papa Francesco ci ha fatto vedere come il bene alla fine vince sempre sul male e quanta speranza ci hanno dato e ci danno i nostri fratelli di quelle chiese così spesso sofferenti per non essere in pace. Dobbiamo imparare molto da una testimonianza così forte e autentica.
Sempre il Patriarca Sako in un libro intervista del 2015 diceva. “Ho questa speranza, che alla fine arriverà la risurrezione. Noi siamo in un tunnel, lungo, stretto e oscuro. Ma alla fine, c’è la luce, c’è il giorno. Il male non ha futuro. Fa molti danni, molto rumore, uccide, ma non ha futuro. Mentre il bene è lento, laborioso, ma dura. E’ stabile. E’ vincente”.
Se perdiamo questo sguardo e questo orizzonte è difficile rimanere cristiani in un mondo complicato e ostile dove spesso veniamo sopraffatti dalle difficoltà e dal peso mediatico del rumore che il male fa in ogni angolo della terra. Se fosse così sarebbe davvero vana la croce di Cristo e una favola la sua Resurrezione, ma per noi non è così perché la Risurrezione di Gesù è esattamente il cuore della nostra fede e quindi il centro e l’orientamento principale della nostra vita.
Sapere che la morte non è l’ultima parola sulla vita perché Cristo l’ha vinta con la sua risurrezione riempie di senso la nostra esistenza e ci solleva dal dubbio del fallimento e dalla sensazione del nulla e del vuoto che proviamo nelle grosse difficoltà della vita.
Un poeta anonimo del II secolo mette sulla bocca del Risorto queste parole: “Ho spezzato i catenacci delle porte, … più nulla mi parve imprigionato perché ero io la chiave di ogni cosa. Sono andato incontro a tutti i miei reclusi per liberarli perché nessuno sia più né carcerato né carceriere”.
Cristo, il Dio che si fa carne ha condiviso fino in fondo, e ancor oggi condivide la nostra condizione. “Come il ferro, a contatto con il fuoco, assume il colore di quest’ultimo, così la nostra carne, ricevuto in se stessa il Verbo deificante, è liberata dalla corruzione. Per questo Cristo si è rivestito della nostra carne, per liberarla dalla morte”. (Cirillo di Alessandria)
Ma allora perché la Resurrezione rimane segreta? Per rispetto alla nostra libertà. Il Risorto non s’impone. Egli non si mostra ai potenti di queto mondo, ma si rivela unicamente a coloro che l’accolgono con fede e con amore. Non è la risurrezione a suscitare la fede, ma è la fede che consente alla risurrezione di manifestarsi. (Oliver Clement)
Viviamo la gioia di aver celebrato la Pasqua e la certezza che Cristo è vivo in noi ci libera da ogni paura e ci riempie di speranza.
Questo tempo pasquale sia per ciascuno di noi un tempo di speranza e di gioia autentica sapendo che Dio in Gesù è presente e operante nella nostra vita quotidiana.
Buon tempo pasquale!
don Luciano