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QUARESIMA 2024   

PREGA, CONFIDA E SPERA. 100° DALL APPARIZIONE DELLA B.V. MARIA A CERNUSCO   

Santuario, approvato il recupero dei decori nascosti per anni    

Don Luciano, Aprile. Come possiamo vivere la Pasqua nella nostra vita quotidiana?   

DON LUCIANO, MARZO. LA QUARESIMA CI PROPONE UN PERCORSO INTERIORE DI CONVERSIONE   

DON LUCIANO, FEBBRAIO: Oggi, dopo 100 anni, la Madonna ci parla ancora   

Don Luciano, gennaio. La fede in Dio torni ad essere centrale nella nostra vita   

Sabato 20 Aprile

BARTOLOMEO E KIRILL, I MESSAGGI PER LA PASQUA ORTODOSSA

Il Patriarca di Costantinopoli e il Patriarca di Mosca scrivono i loro auspici per la Solennità del 19 aprile guardando alla pandemia da coronavirus: siamo fragili ma apparteniamo a Cristo, nessuna restrizione deve spezzare la nostra unità. Buona Pasqua ai nostri Fratelli Ortodossi.

Non c’è messaggio di leader, politico o spirituale, che oggi non “legga” le cose del mondo dalla prospettiva della pandemia. La Pasqua che le Chiese ortodosse festeggiano domani parla della Risurrezione a un’umanità che, tra ansia e lutti, cerca orizzonti più ampi del tunnel dove si trova da mesi. Non si sottrae da questo dovere il Patriarca ecumenico che da Costantinopoli sostiene con chiarezza: “È difficile restare umani senza la speranza dell’eternità. Questa speranza vive nel cuore di tutti i medici, infermieri, volontari, donatori e di tutti coloro che prestano assistenza generosamente ai fratelli che soffrono con spirito di sacrificio, abnegazione e amore. Nel mezzo di questa crisi indicibile, essi profumano di resurrezione e speranza”. Il coronavirus, osserva Bartolomeo I, “ha dimostrato quanto fragile sia l’uomo, quanto facilmente lo domini la paura e la disperazione, quanto impotenti si rivelino le sue conoscenze e la sua fiducia di sé, quanto infondata sia l’opinione che la morte costituisca un evento alla fine della vita e che l’oblio o l’allontanamento della morte sia il suo giusto modo di affrontarla”. Tuttavia, afferma, “apparteniamo a Cristo” e “la presenza del dolore e della morte, per quanto sia evidente, non costituisce la realtà ultima”.

Da Mosca fa eco Kirill che con sguardo concreto si fa interprete dei sentimenti dei fedeli privati della vita ecclesiale. “La fede – assicura – dà la forza di vivere e, con l’aiuto di Dio, di sopportare vari mali, prove differenti, specialmente quelle che ci colpiscono oggi con la diffusione di un virus pericoloso”. Il Covid-19 sta procurando al pianeta “prove straordinarie” ma, soggiunge il Patriarca russo, “siamo chiamati a mantenere la pace interiore, a ricordare le parole del Salvatore, pronunciate alla vigilia della sua Passione redentrice: ‘Nel mondo avete tribolazioni, ma abbiate coraggio: io ho vinto il mondo’”. “Nessuna restrizione esterna – esorta – deve spezzare la nostra unità e toglierci l’autentica libertà spirituale acquisita dalla conoscenza di nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo”.

Vatican News, 18 Aprile 2020