LA MADONNA NON VIENE IN PAESE

Quest’anno, a causa della pandemia in corso, alla sera del venerdì santo, non si potrà svolgere la tradizionale e partecipata processione con i simulacri della Madonna Addolorata e del Cristo morto dal Santuario di Santa Maria alla chiesa prepositurale. In passato qualcuno dissesarà anno gramo se la Madonna non è venuta in paese”». «Una leggenda questa; non è certo una verità da giurarci sopra; ma quando una cosa il popolo la dice, la ridice, la tramanda di padre in figlio, qualche filo di verità ci può essere»

Foto - Processione dell’Addolorata (Venerdì Santo 2019)

«Quest’anno non abbiamo potuto fare le nostre antiche e belle processioni di Settimana Santa. Non il brutto tempo ce le ha impedite: ma per­ché l’autorità civile ha fatto sospendere ogni e qualunque assembramento per le strade. Aveva­mo sperato in un permesso speciale, come lo si era ottenuto nel 1917 durante l’altra guerra, ma non venne. E allora qualcuno ha detto:sarà anno gramo se la Madonna non è venuta in paese”»: così inizia l’articolo pubblicato su Voce Amica di maggio 1944 (non firmato, ma probabilmente attribuibile al concittadino monsignor Luigi Ghezzi).

«Una leggenda questa; non è certo una verità da giurarci sopra; ma quando una cosa il popolo la dice, la ridice, la tramanda di padre in figlio – prosegue l’articolo - qualche filo di verità ci può essere, se non altro l’esperienza del passato qualche cosa prova.»

«Ma che cosa vuol dire il popolo, con questo suo timore per quando non si fa la processione della Madonna di Santa Maria? Uno dei nostri uomini anziani – si spiega nell’articolo - interrogato da me mi diceva: “Sembra che siano le circostanze di brutto tempo o di altro che impediscono le processioni di giovedì e venerdì santo: ma è Lei invece la Madonna che non vuole. Guardi, certi anni fa brutto tempo tutto il giorno, e poi a sera una schiarita improvvisa e si fa la processione. Que­st’anno non c’era il permesso, ma poteva anche arrivare... Creda a me, è Lei la Madonna che di­spone! Che se mi domanda: perché la Madonna non vuol venire in paese, le dirò quel che ho sentito anch’io dai miei vecchi.”»

«”Non viene, o perché c’è stata nell’annata qual cosa che Ella disapprova: oppure c’è qualche grazia che Ella, la Madonna, ancora non è riusci­ta ad ottenere dal Signore per noi, e Le par di farci torto a farsi portare e onorare come una Re­gina”. E il buon uomo – si legge ancora nell’articolo - il vecchio cernuschese, volle portarmi dei fatti. “Guardi per esempio - mi diceva - un an­no infieriva la difterite dei bambini; quanti ne morivano! e si era disperati! Preghiere, tridui a Santa Maria, ma il male continuava. La Settimana Santa quell’anno avemmo acqua e dirotto e nien­te processione. La grazia non era ancora otte­nuta e la Madonna non si sentì di venire in paese. Altri anni tempestate, scarsi raccolti: e la Madonna non era proprio venuta in paese la Set­timana Santa. E quest’anno? Forse la Madonna voleva farci intendere che ancora non meritiamo la pace giu­sta e duratura. Forse e senza forse è disgustata delle bestemmie di molti uomini; delle libertà li­cenziose di certa gioventù d’ambo i sessi, e c’è dell’altro...”».

«Il discorso del buon cernuschese pieno di semplicità, ma quanto mai saporito, non l’ho certo potuto contraddire, anzi m’ha dato da pensare. Vero sì o vero no che “quando la Madonna non viene in paese è anno gramo” – conclude l’articolo del 1944 - sta di fatto che anche quest’anno ci son delle cose anche fra noi che alla Madonna non vanno, nè possono invogliare il Signore ad usarci misericordia. Sospiriamo che finisca la guerra, che la nostra cara Patria si salvi e ritrovi la sua strada di be­nessere e di gloria … Il tempo è sempre brutto: la guerra è sempre dura: le soluzioni sempre lontane. E’ tempo e ora di ritornare più cristiani!»

Fin qui l’articolo del 1944. Oltre ai tradizionali sette dolori rappresentati da altrettante spade infisse nel petto della Madonna Addolorata, oggi guardiamo a lei con un dolore in più: ripensando ai tanti concittadini, per la stragrande maggioranza anziani, che in queste ultime settimane sono morti a causa della pandemia in corso. Una generazione, quella dei nostri genitori e nonni, che ha riconosciuto nella Vergine Maria la propria Madre, con la quale confidarsi e alla quale affidarsi.

È l’invito che ancora oggi ci rivolge Papa Francesco. Lo scorso 3 aprile, infatti, ha ricordato che nel «Venerdì di Passione, la Chiesa ricorda i dolori di Maria, l’Addolorata. Da secoli viene questa venerazione del popolo di Dio. Si sono scritti inni in onore dell’Addolorata: stava ai piedi della croce e la contemplano lì, sofferente. La pietà cristiana ha raccolto i dolori della Madonna e parla dei “sette dolori”… E così, la pietà cristiana percorre questa strada della Madonna che accompagna Gesù.» Poi ha confidato: «A me fa bene, in tarda serata, quando prego l’Angelus, pregare questi sette dolori come un ricordo della Madre della Chiesa, come la Madre della Chiesa con tanto dolore ha partorito tutti noi.» Quindi ha aggiunto: «La Madonna mai ha chiesto qualcosa per sé, mai. Sì, per gli altri … Soltanto, accetta di essere Madre. Accompagnò Gesù come discepola. Seguiva Gesù. Fino al Calvario. Era lì, con il Figlio, con l’umiliazione del Figlio.»

Il Santo Padre ci invita a «onorare la Madonna e dire: “Questa è mia Madre”, perché lei è Madre. E questo è il titolo che ha ricevuto da Gesù, proprio lì, nel momento della Croce (cf. Gv. 19,26-27). La Madonna ha ricevuto il dono di essere Madre di Lui e il dovere di accompagnare noi come Madre, di essere nostra Madre. E così, come Madre noi dobbiamo pensarla, dobbiamo cercarla, dobbiamo pregarla. Nella maternità della Madonna vediamo la maternità della Chiesa che riceve tutti, buoni e cattivi: tutti.» Sì, proprio tutti! E per questo, nei drammatici giorni che stiamo vivendo, sentiamo di non poter distogliere il nostro sguardo da Lei, anche se quest’anno, da Santa Maria, non viene in paese. (C.G.)


Venerdì 10 Aprile, venerdì santo, dopo la celebrazione della Passione e Morte di Gesù i sacerdoti porteranno il Crocifisso per le vie della città.
Vi invitiamo, quando ci sentirete passare, ad affacciarvi alle finestre e pregare con noi mandando un bacio a Gesù crocifisso non potendolo fare fisicamente venendo in chiesa.
Nessuno deve scendere nelle strade o nelle zone di sosta del crocifisso.


Cernusco sul Naviglio, 7 aprile 2020