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FRANCESCO: “UN CRISTIANO CHE PREGA È PROTETTO E CUSTODITO, MA SOPRATTUTTO NON È SOLO”

Quante forze, lungo la storia, hanno cercato e cercano di annientare la Chiesa, ma vengono tutte annientate e la Chiesa rimane viva e feconda.”

Gli Atti degli Apostoli ci parlano “della prima comunità cristiana assediata dalla persecuzione”, ma “purtroppo ancora oggi” sono presenti in tante parti del mondo “atroci, disumane e inspiegabili persecuzioni”, spesso “sotto gli occhi e nel silenzio di tutti”. L’ha detto Papa Francesco, nell’omelia della Messa presieduta nella Basilica Vaticana, in occasione della solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, lo scorso 29 giugno. Il Pontefice ha quindi ricordato “il coraggio degli apostoli e della prima comunità cristiana; il coraggio di portare avanti l’opera di evangelizzazione, senza timore della morte e del martirio, nel contesto sociale di un impero pagano”. Venerare la loro vita cristiana, ha aggiunto, “per noi credenti di oggi è un forte richiamo alla preghiera, alla fede e alla testimonianza”.

“Una Chiesa in preghiera è una Chiesa ‘in piedi’, solida, in cammino!”, e “un cristiano che prega è un cristiano protetto, custodito e sostenuto, ma soprattutto non è solo”: dopo queste parole, Papa Francesco ha commentato il racconto sulla preghiera della comunità cristiana e sulla liberazione di Pietro dal carcere (Atti 12, 1-11), precisando che “le catacombe non erano luoghi per sfuggire alle persecuzioni ma erano, innanzitutto, luoghi di preghiera”. Quindi si è soffermato sulla figura dell’angelo inviato dal Signore all’Apostolo. “Quante volte - ha chiesto - il Signore ha esaudito la nostra preghiera inviandoci un Angelo?”. “Quanti angeli Egli mette sul nostro cammino! Ma noi, presi dalla paura o dall’incredulità, oppure dall’euforia, li lasciamo fuori dalla porta”. L’invito, infine, alla perseveranza nella preghiera: “Nessuna comunità cristiana può andare avanti senza il sostegno della preghiera perseverante!”. Nella preghiera “il credente esprime la sua fede, la sua fiducia, e Dio esprime la sua vicinanza, anche attraverso il dono degli Angeli, i suoi messaggeri”.

“Quante forze, lungo la storia, hanno cercato - e cercano - di annientare la Chiesa, sia dall’esterno sia dall’interno, ma vengono tutte annientate e la Chiesa rimane viva e feconda”, ha detto ancora il Papa. “Tutto passa, solo Dio resta - ha osservato Francesco -. Infatti, sono passati regni, popoli, culture, nazioni, ideologie, potenze, ma la Chiesa, fondata su Cristo, nonostante le tante tempeste e i molti peccati nostri, rimane fedele al deposito della fede nel servizio, perché la Chiesa non è dei Papi, dei vescovi, dei preti e neppure dei fedeli, è solo e soltanto di Cristo”. Solo “chi vive in Cristo – ha aggiunto Papa Bergoglio - promuove e difende la Chiesa con la santità della vita, sull’esempio di Pietro e di Paolo. I credenti nel nome di Cristo hanno risuscitato i morti; hanno guarito gli infermi; hanno amato i loro persecutori; hanno dimostrato che non esiste una forza in grado di sconfiggere chi possiede la forza della fede!”.

Una Chiesa o un cristiano senza testimonianza è sterile; un morto che pensa di essere vivo; un albero secco che non dà frutto; un pozzo arido che non dà acqua! La Chiesa ha vinto il male grazie alla testimonianza coraggiosa, concreta e umile dei suoi figli”. Così Papa Francesco, ha concluso l’omelia.

Cernusco sul Naviglio, 6 luglio 2015