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FRANCESCO: “CIBO NECESSARIO, DIRITTO DI TUTTI”

“Debellare la fame e prevenire qualsiasi forma di malnutrizione, in tutto il mondo”. È l’imperativo rivolto dal Papa ai partecipanti alla Conferenza della Fao.

“L’accesso al cibo necessario è un diritto di tutti”; perché “i diritti non consentono esclusioni”, ha ammonito Francesco, ricevendo, lo scorso giovedì, 11 giugno, in udienza nella Sala Clementina, i delegati della Fao, l’organizzazione delle Nazioni Unite impegnata a combattere la fame nel mondo. Il Papa ha poi auspicato che “prevalga la responsabilità di rispondere in concreto agli affamati e a tutti coloro che attendono dallo sviluppo agricolo una risposta alla loro condizione”. “Di fronte alla miseria di tanti nostri fratelli e sorelle - la denuncia di Francesco - penso a volte che l’argomento della fame e dello sviluppo agricolo sia oggi diventato uno dei tanti problemi in questo tempo di crisi. Eppure vediamo ovunque crescere il numero di chi con fatica accede a pasti regolari e sani. Ma invece di agire preferiamo delegare, e delegare a tutti i livelli. E pensiamo: ci sarà qualcuno che se ne occuperà, magari un altro Paese, o quel Governo, quella Organizzazione internazionale”.

“La nostra tendenza a disertare di fronte a temi difficili è umana”, ha ammesso il Papa: “Anzi, è un atteggiamento che spesso amiamo prediligere anche se poi non manchiamo a una riunione, a una conferenza, o alla redazione di un documento”. “Dobbiamo invece rispondere all’imperativo che l’accesso al cibo necessario è un diritto di tutti”. Poi Papa Francesco, dopo aver rimarcato le conseguenze della speculazione finanziaria sui prezzi dei prodotti alimentari, ha ribadito che per vincere la fame, serve “la politica dell’altro”, che consiste nel ricollocare “nel cuore delle relazioni internazionali la solidarietà, trasportandola dal vocabolario alle scelte della politica”.
Quindi ha parlato dei cambiamenti climatici, dell’accaparramento delle terre coltivabili e della sicurezza alimentare.

“I cambiamenti climatici ci riportano ai forzati spostamenti di popolazione e ai tanti drammi umanitari per mancanza di risorse, a iniziare dall’acqua già oggetto di conflitti che in prospettiva aumenteranno”. “Non basta affermare che esiste un diritto all’acqua senza agire per rendere sostenibile il consumo di questo bene-risorsa e per eliminare ogni spreco”, ha ammonito Francesco, ricordando che “l’acqua resta un simbolo che i riti di molte religioni e culture usano per indicare appartenenza, purificazione e conversione interiori”. “Partendo da questo valore simbolico - ha proposto il Papa - la Fao può contribuire a rivedere modelli di comportamento per garantire, oggi e in futuro, che tutti possano accedere all’acqua indispensabile alle loro necessità e alle attività agricole”, partendo dalla consapevolezza che “le soluzioni tecniche non sono utili se dimenticano la centralità della persona umana che è la misura di ogni diritto”.

Oltre all’acqua anche l’utilizzo dei terreni rimane un serio problema: “Preoccupa sempre più - la denuncia di Francesco - l’accaparramento delle terre coltivabili da parte di imprese transnazionali e di Stati che non solo priva gli agricoltori di un bene essenziale, ma intacca direttamente la sovranità dei Paesi”. “Sono molte ormai le Regioni in cui gli alimenti prodotti vanno verso l’estero e la popolazione locale si impoverisce doppiamente perché non ha né alimenti, né terra”, ha proseguito: “E che dire poi delle donne che in molte zone non possono possedere i terreni che lavorano, con una disparità di diritti che impedisce la serenità della vita familiare perché si rischia da un momento all’altro di perdere il campo? Eppure sappiamo che nel mondo la produzione mondiale di alimenti è in massima parte opera di aziende familiari”. Per questo è importante che la Fao “rafforzi il partenariato e i progetti a favore delle aziende familiari, e stimoli gli Stati a regolare equamente l’uso e la proprietà della terra. Questo potrà concorrere a eliminare le disuguaglianze, oggi al centro dell’attenzione internazionale”.

“La sicurezza alimentare va raggiunta anche se i popoli sono diversi per collocazione geografica, situazioni economiche o culture alimentari”. È uno dei passaggi finali del discorso del Papa alla Fao: “Lavoriamo per armonizzare le differenze e uniamo gli sforzi, così non leggeremo più che la sicurezza alimentare per il Nord significa eliminare grassi e favorire il movimento e per il Sud procurarsi almeno un pasto al giorno”, l’invito di Francesco, secondo il quale “dobbiamo cominciare dalla nostra quotidianità se vogliamo cambiare gli stili di vita, coscienti che i nostri piccoli gesti possono garantire la sostenibilità e il futuro della famiglia umana”. “Continuiamo la lotta alla fame senza secondi fini!”, l’esortazione di congedo: “Le proiezioni della Fao dicono che entro il 2050, con 9 miliardi di abitanti sul pianeta, la produzione deve aumentare e addirittura raddoppiare. Invece di impressionarci di fronte ai dati, modifichiamo il nostro rapporto con le risorse naturali, l’uso dei terreni; modifichiamo i consumi, senza cadere nella schiavitù del consumismo; eliminiamo lo sperpero e così sconfiggeremo la fame”.

Cernusco sul Naviglio, 15 giugno 2015