L’AUGURIO A DON ETTORE: “PRETE CHE CURA LE FERITE DELL’UOMO D’OGGI”

Un anniversario che sarà ricordato nella solenne celebrazione eucaristica delle ore 11,00 in chiesa prepositurale, a cui poi farà seguito un momento di festa in Oratorio Sacer, con il pranzo comunitario.


don Ettore Colombo

Don Ettore Colombo è stato ordinato prete dal cardinale Carlo Maria Martini l’8 giugno 1985. Il suo primo incarico pastorale è stato nella comunità parrocchiale di San Giorgio in Biumo Superiore. Dopo sette anni, nel 1992 fu chiamato dall’allora arcivescovo di Milano, Cardinale Carlo Maria Martini, a far parte della sua segreteria, incarico che mantenne poi anche con il cardinale Tettamanzi sino al 2004. Anno in cui fu nominato parroco della parrocchia cittadina della Madonna del Divin Pianto. Nel 2008 gli è stata affidata la guida della nostra Comunità pastorale Famiglia di Nazaret.

Anche per questo suo anniversario, don Ettore non amerebbe che si parlasse di lui, ma che fosse per tutti i fedeli un’occasione di riflessione e di preghiera, in particolare sulla presenza del sacerdote in una comunità. Proponiamo quindi un passaggio dell’intervento che Papa Francesco ha rivolto ai parroci di Roma, il 6 marzo 2014, a partire dal brano del Vangelo di Matteo che narra di Gesù che camminava per le città e i villaggi.

«Qual è il posto dove Gesù era più spesso, dove lo si poteva trovare con più facilità? Sulle strade. Poteva sembrare che fosse un senzatetto, perché era sempre sulla strada. La vita di Gesù era nella strada. Soprattutto ci invita a cogliere la profondità del suo cuore, ciò che Lui prova per le folle, per la gente che incontra: quell’atteggiamento interiore di “compassione”, vedendo le folle, ne sentì compassione. Perché vede le persone “stanche e sfinite, come pecore senza pastore”.» Partendo da questa considerazione, Papa Bergoglio ha poi sottolineato che «stiamo vivendo in tempo di misericordia, da trent’anni o più, fino adesso.».

Prendendo spunto da questa sottolineatura e nell’imminenza dell’apertura dell’Anno Santo, che sarà dedicato proprio alla misericordia, i fedeli della Comunità pastorale Famiglia di Nazaret possono cogliere l’occasione per riflettere sul legame tra il prete e la sua gente. A Papa Francesco è cara la figura del prete che si commuove «davanti alle pecore, come Gesù, quando vedeva la gente stanca e sfinita come pecore senza pastore. Gesù ha le “viscere” di Dio, Isaia ne parla tanto: è pieno di tenerezza verso la gente, specialmente verso le persone escluse, cioè verso i peccatori, verso i malati di cui nessuno si prende cura … Così a immagine del Buon Pastore, il prete è uomo di misericordia e di compassione, vicino alla sua gente e servitore di tutti. Questo è un criterio pastorale che vorrei sottolineare tanto: la vicinanza. La prossimità e il servizio. Chiunque si trovi ferito nella propria vita, in qualsiasi modo, può trovare in lui attenzione e ascolto … In particolare, il prete dimostra viscere di misericordia nell’amministrare il sacramento della Riconciliazione; lo dimostra in tutto il suo atteggiamento, nel modo di accogliere, di ascoltare, di consigliare, di assolvere.»

Accompagniamo il nostro prevosto, in questo significativo anniversario, innanzitutto con la preghiera, chiedendo al Signore di donare a don Ettore «un cuore che si commuove», un cuore, sono sempre le parole di Papa Francesco, capace «di curare le ferite, le tante ferite!» perché oggi «c’è tanta gente ferita, dai problemi materiali, dagli scandali, anche nella Chiesa... Gente ferita dalle illusioni del mondo …» senza dimenticare che «ci sono anche ferite nascoste, perché c’è gente che si allontana per non far vedere le ferite … si allontanano forse un po’ con la faccia storta, contro la Chiesa, ma nel fondo, dentro c’è la ferita» e «vogliono una carezza!»

Cernusco sul Naviglio, 22 giugno 2015