Venerdì 29 Marzo

FRANCESCO: “CHI SERVE E DONA SEMBRA UN PERDENTE AGLI OCCHI DEL MONDO”

Gesù “ha fatto della croce un ponte verso la vita”. “Anche noi possiamo vincere con Lui, se scegliamo l’amore servizievole e umile, che rimane vittorioso per l’eternità.”

“Siamo chiamati a rinnovare la scelta di servire nella Chiesa”: è l’invito rivolto dal Papa nell’omelia della Messa celebrata nella Basilica di San Pietro in Vaticano, lo scorso 3 novembre, in suffragio dei cardinali e vescovi defunti. Il Pontefice ha quindi ricordato il gesto della lavanda dei piedi, aggiungendo poi che “Dio ci ha serviti per primo”. “Il ministro di Gesù, venuto per servire e non per essere servito non può che essere a sua volta un Pastore pronto a dare la vita per le pecore”. “Chi serve e dona, sembra un perdente agli occhi del mondo”, ha ammesso il Papa: in realtà, “proprio perdendo la vita, la ritrova. Perché una vita che si spossessa di sé, perdendosi nell’amore, imita Cristo: vince la morte e dà vita al mondo. Chi serve, salva. Al contrario, chi non vive per servire, non serve per vivere”. L’amore di Gesù, ha sottolineato Francesco, è “un amore tanto concreto, così concreto che ha preso su di sé la nostra morte. Per salvarci, ci ha raggiunti là dove noi eravamo andati a finire, allontanandoci da Dio datore di vita: nella morte, in un sepolcro senza uscita”. “Questo è l’abbassamento che il Figlio di Dio ha compiuto, chinandosi come un servo verso di noi per assumere tutto quanto è nostro, fino a spalancarci le porte della vita”, ha commentato il Papa.

“Gesù non solo ha tolto il male, ma l’ha trasformato in bene. Non ha cambiato le cose a parole, ma con i fatti; non in apparenza, ma nella sostanza; non in superficie, ma alla radice”. Ad assicurarlo è stato il Papa, che poi si è soffermato sullo “stile di Dio”, che “ci salva servendoci e annientandosi” e “ha molto da insegnarci”. “Noi ci aspetteremmo una vittoria divina trionfante; Gesù invece ci mostra una vittoria umilissima”, ha spiegato Francesco: “Innalzato sulla croce, lascia che il male e la morte si accaniscano contro di Lui mentre continua ad amare”. “Per noi è difficile accettare questa realtà”, ha commentato il Papa: “È un mistero, ma il segreto di questo mistero, di questa straordinaria umiltà sta tutto nella forza dell’amore”. Gesù “ha fatto della croce un ponte verso la vita”, le parole del Papa: “Anche noi possiamo vincere con Lui, se scegliamo l’amore servizievole e umile, che rimane vittorioso per l’eternità. È un amore che non grida e non si impone, ma sa attendere con fiducia e pazienza”.

Cernusco sul Naviglio, 9 novembre 2015