FELICE È CHI SA RICONOSCERE IL BENE

Forse questa è la ricetta più efficace per orientarsi nella ricerca della felicità: saper vedere il bene che ci circonda. Cioè il bene che ti vogliono i genitori, i fratelli, gli amici… E poi gioire...


Foto da www.agensir.it

Mia cara Angela … voglio augurarti di essere felice. Anche se credo che la felicità possa essere piena non in questa vita ma altrove e cioè in Dio, penso che ci possa essere qualcosa che si avvicina molto e che per me ha il nome di autenticità. La persona felice non è quella che non soffre e sorride sempre. A volte c’è un’allegria vuota che è solo distrazione e superficialità. Non è questo quello che auguro a te (quattordicenne, ndr) e ai tuoi amici. Non è felice chi ottiene più successo: questa idea è semplicemente un inganno.

Credo che la persona felice sia quella che vive con coerenza la propria esistenza. Chi passo dopo passo sa costruire qualcosa nella propria vita e impara a riconoscere le piccole conquiste, a volte ottenute con fatica, un centimetro alla volta. Ecco, questo è davvero importante: saper riconoscere i passi fatti, gioire del bene ricevuto come pure di quello compiuto. Forse questa è la ricetta più efficace per orientarsi nella ricerca della felicità: saper vedere il bene che ci circonda. Cioè il bene che ti vogliono i genitori, i fratelli, gli amici… E poi gioire della scuola, della cultura, della possibilità di praticare uno sport: tutto questo è un dono splendido, una manifestazione della bellezza della vita. Saper vedere tutto questo e scoprirlo come un dono, come qualcosa di gratuito e di immeritato: già questo – credimi – è essere vicini alla felicità.

Autentico – e felice – è anche chi non finge. Ecco, un’altra importante indicazione. Chi non dissimula i propri talenti, né le proprie fragilità. Viviamo in una società dell’immagine e dell’apparenza e rischiamo di fare dell’ipocrisia – cioè del mostrare una cosa quando invece è un’altra – la regola del nostro vivere. Non funziona. Tutto questo porta all’infelicità. Quante volte Gesù se la prende con i farisei e gli scribi perché ipocriti, cioè falsi. Voleva che fossero felici e invece rovinavano la propria vita e quella degli altri. Invece noi siamo chiamati a costruire la vita nella verità, facendo luce dentro di noi, tra i nostri sentimenti e desideri, nelle relazioni con gli altri… Certo, è una via complessa, ma è quella che paga e che conduce da qualche parte. L’altra via – quella della finzione – divide e distrugge: è un vicolo cieco.

E poi la persona felice è quella che cerca di fare qualcosa anche per gli altri. Vivere la vita solo per se stessi – lo ribadisco ancora una volta – è una truffa e un’illusione. Non dà gioia. Vivere pensando anche agli altri e allargando lo sguardo alle necessità altrui fa bene. A te innanzitutto. No, una vita vissuta solo per se stessi sa di tristezza e di egoismo: si chiude su se stessa e muore. Noi invece siamo chiamati a vivere, a dare vita e a far fiorire. Per questo dobbiamo avere gli occhi bene aperti su quello che succede attorno a noi e lasciarci interrogare dal dolore e dalla sofferenza di chi ci è accanto: di chi vive al nostro fianco, ma anche di chi è più lontano e le cui sofferenze apprendiamo solo tramite i mezzi di comunicazione.

Mentre scrivo queste cose mi chiedo se sono capace di viverle adeguatamente. Non lo so. Tuttavia mi sembra di vedere ora più chiaramente che la via della felicità passi per di qua. Gesù ci insegna a vivere così: è un amico prezioso. Un amico della tua vita, della tua giovinezza e della tua voglia di vivere. Restagli vicino e buon viaggio nella vita.

Alessio Magoga
direttore “L’Azione” (Vittorio Veneto)
(da: www.agensir.it)

Cernusco sul Naviglio, 13 novembre 2017