“DIO È PADRE ALLA SUA MANIERA, CAPACE SOLO DI CONIUGARE IL VERBO AMARE”

Gesù - nella parabola del padre misericordioso, narrata da Luca nel suo Vangelo - “racconta di un padre che sa essere solo amore per i suoi figli. Un padre che non punisce il figlio per la sua arroganza e che è capace perfino di affidargli la sua parte di eredità e lasciarlo andar via di casa”


Foto archivio SIR

“Tutto il mistero della preghiera cristiana si riassume qui, in questa parola: avere il coraggio di chiamare Dio con il nome di Padre”: è quanto ha affermato il Papa nella catechesi dell’udienza di mercoledì 7 giugno in Piazza San Pietro, dedicata alla paternità di Dio come sorgente della nostra speranza. “Lo afferma anche la liturgia quando, invitandoci alla recita comunitaria della preghiera di Gesù, utilizza l’espressione ‘osiamo dire'”, ha ricordato Francesco.

“C’era qualcosa di affascinante nella preghiera di Gesù, di talmente affascinante che un giorno i suoi discepoli hanno chiesto di esservi introdotti” ha aggiunto Francesco, che poi ha così proseguito: “I discepoli di Gesù sono colpiti dal fatto che lui, specialmente la mattina e la sera, si ritira in solitudine e si immerge in preghiera. E per questo, un giorno, gli chiedono di insegnare anche a loro a pregare”. “È allora che Gesù trasmette quella che è diventata la preghiera cristiana per eccellenza”: il Padre nostro, ha spiegato il Papa, facendo notare che “Luca, rispetto a Matteo, ci restituisce l’orazione di Gesù in una forma un po’ abbreviata, che incomincia con la semplice invocazione: ‘Padre'”.

“Dio è Padre alla sua maniera: buono, indifeso davanti al libero arbitrio dell’uomo, capace solo di coniugare il verbo amare”: è un altro passaggio della catechesi di papa Francesco. Che durante l’udienza ha citato poi ancora una volta la parabola del padre misericordioso, narrata da Luca nel suo Vangelo: “Quando il figlio ribelle, dopo aver sperperato tutto, ritorna finalmente alla casa natale, quel padre non applica criteri di giustizia umana, ma sente anzitutto il bisogno di perdonare, e con il suo abbraccio fa capire al figlio che in tutto quel lungo tempo di assenza gli è mancato, è dolorosamente mancato al suo amore di padre”. Gesù, in altre parole, “racconta di un padre che sa essere solo amore per i suoi figli. Un padre che non punisce il figlio per la sua arroganza e che è capace perfino di affidargli la sua parte di eredità e lasciarlo andar via di casa”.

“Dio è Padre, dice Gesù, ma non alla maniera umana, perché non c’è nessun padre in questo mondo che si comporterebbe come il protagonista di questa parabola”, il commento di Francesco. “Che mistero insondabile è un Dio che nutre questo tipo di amore nei confronti dei suoi figli!”, ha esclamato: “Forse è per questa ragione che, evocando il centro del mistero cristiano, l’apostolo Paolo non se la sente di tradurre in greco una parola che Gesù, in aramaico, pronunciava ‘abbà’. Per due volte san Paolo, nel suo epistolario, tocca questo tema, e per due volte lascia quella parola non tradotta, nella stessa forma in cui è fiorita sulle labbra di Gesù, ‘abbà’, un termine ancora più intimo rispetto a ‘padre’, e che qualcuno traduce ‘papà, babbo'”.

“Non siamo mai soli. Possiamo essere lontani, ostili, potremmo anche professarci senza Dio. Ma il Vangelo di Gesù Cristo ci rivela che è Dio che non può stare senza di noi: lui non sarà mai un Dio senza l’uomo”. Si è conclusa con queste parole di speranza la catechesi di papa Francesco. “Questa certezza è la sorgente della nostra speranza, che troviamo custodita in tutte le invocazioni del Padre nostro”, ha ricordato il Papa: “Quando abbiamo bisogno di aiuto, Gesù non ci dice di rassegnarci e chiuderci in noi stessi, ma di rivolgerci al Padre e chiedere a lui con fiducia”. “Tutte le nostre necessità, da quelle più evidenti e quotidiane, come il cibo, la salute, il lavoro, fino a quella di essere perdonati e sostenuti nelle tentazioni, non sono lo specchio della nostra solitudine”, ha assicurato Francesco: “C’è invece un Padre che sempre ci guarda con amore, e che sicuramente non ci abbandona”.

Per leggere il testo integrale della catechesi di papa Francesco di mercoledì 7 giugno 2017, cliccare qui

Cernusco sul Naviglio, 7 giugno 2017