“CHI AMA HA LA GIOIA DELLA SPERANZA”

Il Papa al termine dell’udienza ha detto: “Chi per manovre economiche, per fare negoziati non del tutto chiari chiude fabbriche, chiude imprese lavorative e toglie lavoro agli uomini, questa persona fa un peccato gravissimo”.

Foto da: Agenzia SIR

“L’ipocrisia può insinuarsi ovunque, anche nel nostro modo di amare”. A lanciare il grido d’allarme è stato il Papa, che nella catechesi dell’udienza generale di oggi, mercoledì 15 marzo, ha esortato i fedeli presenti a far sì che “il nostro amore non sia una telenovela”, ma un amore certo, forte”. “Sappiamo bene che il grande comandamento che ci ha lasciato il Signore Gesù è quello di amare: amare Dio con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutta la mente e amare il prossimo come noi stessi”, ha esordito Francesco, ricordando che “siamo chiamati all’amore, alla carità: questa è la nostra vocazione più alta, la nostra vocazione per eccellenza, e ad essa è legata anche la gioia della speranza cristiana”.

“Chi ama ha la gioia della speranza, di arrivare a incontrare il Signore”, ha esclamato il Papa, che sulla scorta della lettera di San Paolo ai Romani ha ammonito: “C’è il rischio che la nostra carità sia ipocrita, che il nostro amore sia ipocrita. Ci dobbiamo chiedere allora: quando avviene questa ipocrisia? E come possiamo essere sicuri che il nostro amore sia sincero, che la nostra carità sia autentica, di non far finta di fare carità o che il nostro amore non sia una telenovela, no, ma amore sincero, forte…?”. “Questo si verifica quando il nostro è un amore interessato, mosso da interessi personali”, l’analisi di Francesco, che ha poi aggiunto: “E quanti amori interessati ci sono!”. “Quando i servizi caritativi in cui sembra che ci prodighiamo sono compiuti per mettere in mostra noi stessi o per sentirci appagati – ‘ma quanto bravo sono’ – questo è ipocrisia; o ancora quando miriamo a cose che abbiano visibilità per fare sfoggio della nostra intelligenza o delle nostre capacità”, ha proseguito il Papa, spiegando come “dietro a tutto questo c’è un’idea falsa, ingannevole, vale a dire che, se amiamo, è perché noi siamo buoni; come se la carità fosse una creazione dell’uomo, un prodotto del nostro cuore”.

“La carità è anzitutto una grazia, è un regalo: poter amare è un dono di Dio, e dobbiamo chiederlo, e lui lo dà volentieri se noi lo chiediamo”: ha detto il Papa, spiegando durante l’udienza che la carità “non consiste nel far trasparire quello che noi siamo, ma quello che il Signore ci dona e che noi liberamente accogliamo, e non si può esprimere nell’incontro con gli altri se prima non è generata dall’incontro con il volto mite e misericordioso di Gesù”. “Paolo ci invita a riconoscere che siamo peccatori, e che anche il nostro modo di amare è segnato dal peccato”, ha fatto notare Francesco: “Nello stesso tempo, però, si fa portatore di un annuncio nuovo, di speranza: il Signore apre davanti a noi una via di liberazione, di salvezza. È la possibilità di vivere anche noi il grande comandamento dell’amore, di diventare strumenti della carità di Dio”.

“E questo avviene quando ci lasciamo guarire e rinnovare il cuore da Cristo risorto”, l’invito di Francesco: “Il Signore risorto che vive fra noi, che vive con noi, è capace di guarire il nostro cuore, lo fa se noi lo chiediamo”, ha assicurato.

Durante i saluti ai fedeli di lingua italiana, il Papa ha rivolto “un pensiero speciale ai lavoratori di Sky Italia”, auspicando che “la loro situazione lavorativa possa trovare una rapida soluzione, nel rispetto dei diritti di tutti, specialmente delle famiglie”. “Il lavoro ci dà dignità – ha proseguito Francesco a braccio e fra gli applausi – e i responsabili dei popoli, i dirigenti, hanno l’obbligo di fare del tutto perché ogni uomo e ogni donna possa lavorare e così avere la fronte alta, guardare in faccia gli altri con dignità”. “Chi per manovre economiche, per fare negoziati non del tutto chiari chiude fabbriche, chiude imprese lavorative e toglie lavoro agli uomini, questa persona fa un peccato gravissimo”, il monito di Francesco. Sky Italia ha recentemente presentato il suo piano di riassetto, contestato dai sindacati, che prevede oltre 200 esuberi e 300 trasferimenti di dipendenti da Roma a Milano. (Fonte: Agenzia SIR)

Per leggere il testo integrale della catechesi di Papa Francesco di mercoledì 15 marzo 2017, cliccare qui

Cernusco sul Naviglio, 15 marzo 2017