Il dilemma di un sordo all´Ospedale Uboldo di Cernusco sul Naviglio
Lunedì
19 dicembre 2016 il sordo Leonardo P., 76 anni, residente a Bussero, si
era reso conto di accusare seri disturbi di presumibile origine cardiaca e,
dopo aver raccolto da casa, dove vive solo – la moglie è deceduta anni fa - la
borsa degli indumenti di ricambio che tiene sempre pronta per analoghe
evenienze, si è recato a prendere la MM2, da Bussero a Cernusco, per
recarsi al pronto soccorso dell'Ospedale Uboldo, dove è giunto in
affanno, codice quasi rosso, subito visitato e gli è stato diagnosticato un
forte scompenso cardiaco, necessitava di ricovero e intervento all'aorta, ma i
responsabili del Pronto Soccorso sono stati incapaci di comunicare con lui, che
pure ha buona cultura, diploma di arte conseguito in età giovanile a Brera. Il
dilemma dei sordi è che la sordità non solo è invisibile, ma neppure
la maggioranza delle persone, anche se generalmente acculturate,
sanno come parlare a chi non ode.
Per fortuna, fra i documenti presentati, è stato trovato l'indirizzo e il
numero di telefono dell'Ente nazionale Sordi Provinciale, che ha sede a Milano,
Via Boscovich, 38, dove l'addetto al centralino ha contattato
un'interprete di Lingua dei Segni residente in zona, a Carugate, la quale si è
recata sul posto e in "un fiat", è il termine appropriato, ha
potuto risolvere il "complicatissimo", problema di comunicazione, con
cui era stato richiesto l'intervento di un'interprete di Lingua dei Segni
Italiana (LIS): I medici e gli infermieri in servizio quel giorno non
erano riusciti a farsi dire quali erano i farmaci che l'anziano sordo assumeva,
avendo egli diverse patologie. Esprimersi in Lingua dei Segni non è semplice
per tutti, ma per degli operatori sanitari di un ospedale pubblico dovrebbe
essere almeno conveniente parlare chiaramente ai sordi, con movimento labiale
appropriato, o se non sanno neppure cosa sia la lettura labiale per i sordi,
dovrebbero almeno azzardarsi a scrivere le domande su un foglio di carta.
L'anziano era affannato, ma ben cosciente.
Oltretutto, il sordo in questione aveva pure, insieme ai documenti, anche la
lista chiara e completa, dei farmaci che assumeva.
Tutto è bene quello che finisce bene – con l'augurio a Leonardo di
ristabilirsi: è in attesa di un intervento all'aorta – ma sarebbe più logico
che ai medici e agli infermieri fossero impartite anche lezioni di A-B-C
della comunicazione ai pazienti con sordità.
Cav. Uff- Marco Luè
(pure sordo…)