“PREGARE E LASCIARE CHE LO SPIRITO PREGHI IN NOI”

Un imprenditore che prega perché non sia costretto a licenziare i suoi operai. “Un brav’uomo”, capace di “pregare col cuore e con i fatti per il prossimo, in una situazione difficile”. A raccontarne la storia, per condividerla, è stato Papa Francesco, a conclusione dell’udienza dello scorso 30 novembre, l’ultima del ciclo di catechesi dedicate alla misericordia durante l’anno giubilare appena trascorso.


Città del Vaticano, Papa Francesco durante un’udienza in Aula Paolo VI
Foto archivio SIR – Riproduzione riservata

“Le catechesi finiscono, ma la misericordia continua, e dobbiamo esercitarla in questi 14 modi”, ha detto Papa Francesco prima di congedarsi dai fedeli, al termine dell’udienza generale del 30 novembre scorso. “Pregare per i vivi e per i defunti” e “seppellire i morti”. Sono, rispettivamente, l’ultima opera di misericordia spirituale e l’ultima opera di misericordia corporale. “Anche oggi c’è chi rischia la vita per dare sepoltura alle povere vittime delle guerre”, ha incalzato Francesco per spiegare come “questa opera di misericordia corporale non è lontana dalla nostra esistenza quotidiana”. E ci fa pensare a ciò che accadde il Venerdì Santo, “quando la Vergine Maria, con Giovanni e alcune donne stavano presso la croce di Gesù” e Giuseppe di Arimatea, “uomo ricco diventato discepolo di Gesù, offrì per lui il suo sepolcro nuovo, scavato nella roccia”: “Una vera opera di misericordia fatta con grande coraggio!”.

“Per i cristiani, la sepoltura è un atto di pietà, ma anche di grande fede”, ha sottolineato il Papa: noi cristiani “deponiamo nella tomba il corpo dei nostri cari, con la speranza della loro risurrezione”. Un rito, questo, ancora “molto forte e sentito nel nostro popolo”. Pregare per i defunti” è, anzitutto, “un segno di riconoscenza per la testimonianza che ci hanno lasciato e il bene che hanno fatto”. “Tutti risusciteremo e tutti rimarremo per sempre con Gesù, con lui!” ha esclamato il Papa, che poi ha ammonito: “Il ricordo dei fedeli defunti non deve farci dimenticare anche di pregare per i vivi, che insieme con noi ogni giorno affrontano le prove della vita”.

È la comunione dei santi: “Tutti, vivi e defunti, siamo nella comunione, cioè nella comunità di quanti hanno ricevuto il battesimo, si sono nutriti del corpo di Cristo e fanno parte della grande famiglia di Dio”. Tra i “modi diversi” di “pregare per il nostro prossimo”, “tutti validi e accetti a Dio se fatti con il cuore”, il Papa ha citato le mamme e i papà “che benedicono i loro figli al mattino e alla sera”: “Ancora c’è questa abitudine in alcune famiglie”, e “benedire il figlio è una preghiera”.

“Penso alla preghiera per le persone malate”, ha proseguito Francesco: “All’intercessione silenziosa, a volte con le lacrime, in tante situazioni difficili; ma penso anche al ringraziamento per una bella notizia che riguarda un amico, un parente, un collega…”.

Poi ha raccontato: “Ieri (martedì 29 novembre, ndr) è venuto a Messa a Santa Marta un brav’uomo”, un imprenditore che “doveva chiudere la sua fabbrica perché non ce la faceva”. Piangeva, “quell’uomo giovane”, e diceva: “Non me la sento di lasciare senza lavoro più di cinquanta famiglie. Io potrei dichiarare il fallimento dell’impresa, io me ne vado a casa con i miei soldi, ma il mio cuore piangerà tutta la vita per queste famiglie”. “Ecco un bravo cristiano, un uomo che sa pregare col cuore e con i fatti per il prossimo, in una situazione difficile”, senza “cercare la via d’uscita più facile”. “Mi ha fatto tanto bene sentirlo”, la testimonianza di Francesco: “Tanti dovrebbero pregare così oggi, in questo momento in cui tanta gente soffre per la mancanza di lavoro!”.

“Pregare e lasciare che lo Spirito preghi in noi”, la consegna del Papa: “E questo è bello nella vita: pregare lodando Dio, piangendo, ma sempre con il cuore aperto allo Spirito perché preghi in noi, con noi e per noi”. “Impegniamoci a pregare gli uni per gli altri, perché le opere di misericordia diventino sempre più stile della nostra vita”, l’esortazione di Francesco al termine del ciclo delle catechesi sulla misericordia.

Per leggere il testo completo della catechesi di Papa Francesco di mercoledì 30 novembre 2016, cliccare qui

Cernusco sul Naviglio, 1 dicembre 2016