Giovedì 28 Marzo

Pastorale Samaritana: “Tu mi aiuti e Dio ti aiuterà”

Continua da oramai più di un anno l’esperienza della “Pastorale Samaritana” attraverso la quale molti giovani incontrano i senza fissa dimora del centro città

Come ogni sabato sera, da ormai più di un anno, un gruppo di giovani della “Pastorale Samaritana” si prepara per andare a Milano. Ovviamente il mio turno capita proprio quando diluvia. Però dopo aver pregato insieme, siamo comunque felici di incominciare il turno.

"Chissà come avranno freddo le persone che incontreremo!" pensiamo mentre parcheggiamo il pulmino. Stasera i panini vanno a ruba e, nonostante tante altre associazioni all'opera, i senza tetto ci confidano che i nostri sono i migliori. Sappiamo già che oggi finiranno presto le calze perché tutti avranno i piedi fradici per le pozzanghere che si creano vicino al loro tetto di fortuna. Incontriamo una signora messicana che cercava proprio a Milano un futuro migliore, ma che si è ritrovata in strada per un "no" di chi avrebbe dovuto accoglierla. Anche stasera ci sono tanti rider, stremati dal lavoro, che ci rincorrono per un bicchiere di the caldo e qualche parola di conforto.

Poi arriviamo dai "soliti", sempre sorridenti che vorrebbero parlare per ore e ore... soprattutto i "veterani", come si definiscono, che commentano qualsiasi cosa. Ad attraversare "il quartiere" (così chiamano la loro lunga serie di tende) ci mettiamo più del previsto: scherzano tanto fra di loro mentre si preparano per cercare di riposare un po'. Poi incontriamo chi si lamenta di tutto, chi è stremato e non apre "la porta", chi non vuole fermarsi a parlare, chi mette in discussione quello che facciamo, chi, stanco, finisce di sistemare i propri cartoni per poi crollare. Incontriamo anche un polistrumentista che ci dedica una canzone e vorrebbe farcene ascoltare altre, come fossimo a un suo concerto, prima di rimanere da solo a suonare in galleria. La pioggia continua a scendere sempre più forte, tanto che dobbiamo correre con tutte le borse e i thermos per non bagnarci ancora di più. A un certo punto del dialogo, durato più di un'ora, uno ci dice: "Tu mi aiuti e Dio ti aiuterà". Una frase apparentemente semplice ma davvero profonda, arrivata dall'animo di un uomo turbato e ferito, preoccupato e stanco della sua situazione.

Anche questa sera abbiamo visto come sia vivo il Vangelo che preghiamo: riecheggia forte la frase "E si prese cura di lui". Non servono solo coperte e beni materiali, basta un cuore disponibile ad incontrare e capire chiunque abbiamo di fronte: dalla mamma con i bimbi all'uomo stanco che ci critica. Tutti vogliono essere semplicemente ascoltati e capiti. Tante storie celate dietro tanti nomi che dimostrano quanto valore un servizio possa lasciare soprattutto nel cuore di chi si dona. Effettivamente nella frase "Buonasera, vuole del tè caldo?" si nasconde la speranza di portare un sorriso a chi fa fatica a essere sereno nelle condizioni in cui si trova. Anche oggi è già mezzanotte e mezza: passiamo a lasciare il sacco a pelo a Derek, appena arrivato a Milano, e ritorniamo al pulmino, consapevoli che gli incontri fatti non ci lasciano mai indifferenti e ci invitano sempre a guardare oltre.

 

Un delegato della Pastorale Samaritana

da Voce Amica di Giugno 2022