DIARIO DI UNO CHE … VOLA NELL’ETERNITA’

Ieri ho incontrato Antonio con il quale ci si cambia, quando ci vediamo, una qualche esperienza religiosa e a questo proposito mi dice: “hai sentito che in questi giorni hanno riaperto l’adorazione notturna?”. Antonio è un “ragazzo” poco più che trentacinquenne, alto, piuttosto magro, con due occhi luminosi castani, quando parla non sta fermo un momento e si muove agilmente. Dotato di una forte volontà, lui partecipa a quel gruppo detto” degli adoratori” per cui ognuno si ritaglia un’ora, del giorno o della notte, per lodare, ringraziare e intercedere per tuti gli abitanti della città. Di questa esperienza, ogni tanto, “esce dalle righe” perché non riesco a capire se, tutto quello che dice, tocca terra o vola in alto, nel cielo, come un’aquila, ed io faccio fatica a seguirlo. Di tutto questo, mi dice, ho preso appunti su un diario.

La mia curiosità è forte e ho divorato quelle parole, che ho estrapolato per brevità di cronaca.

*- “Oggi ho sentito che in parrocchia è stata fatta la proposta dell’adorazione, un’ora di adorazione alla settimana, con un tempo fisso scelto da me. È un’esperienza nuova e mi alletta perché già mi sento solo di fronte a Dio e posso dire quello che sento. Di solito partecipo a varie funzioni o attività religiose, ma questa è un’occasione per un contatto diretto”.

*- “Sono passati pochi giorni e riprendo il filo di quell’entusiasmo che ancora non è morto in me. Tutto passa, forse già mi ero dimenticato, invece come un rubinetto che si apre, la mia memoria mi ha riportato a quell’incontro, lasciandomi una pace nel cuore”.

*- Due settimane dopo. “Renzo, il mio amico, mi comunica che molti si sono accalcati alle iscrizioni, come un fiume in piena, e a me pareva dovesse diventare un fenomeno di massa, quasi una nuova scoperta che scandiva i suoi rintocchi sulla modernità”.

*- Due giorni dopo. “Domani mi decido e mi infilo anch’io nella corrente, con un animo che inizia quasi per gioco, mentre in realtà voglio mettere a tutta prova la mia capacità di resistenza alla fedeltà di un impegno. Considerati i tempi di lavoro, ho scelto la sera, prima di cena ed oggi ho vissuto il primo incontro con Gesù. Ho avuto molta confusione nella testa, come se tanti zampilli d’acqua sgorgassero uno dopo l’altro, senza la possibilità di capire il loro gioco”.

*- La settimana dopo. “Alla Sua presenza ho letto qualche pagina di un libro chi è stato proposto per l’occasione. Non ho raccolto qualche particolare pensiero, ma una gioia incontenibile, come un tappo di prosecco, è uscita dal mio cuore. Non me l’aspettavo! Mi domando: da dove viene tutta questa gioia? La sua qualità mi rivela qualcosa di diverso … forse questa è la vera voce del soprannaturale.

*- Tre settimane dopo. “Mi sento mosso come da un’onda che mi spinge in una qualche direzione nuova: tutto sembra cambiare nella vita, tracciata solo da una atmosfera di serenità che non avevo mai provato. Non è vero che tutto va bene, però ho più forza nel superare le difficoltà, mi sento più atleta nella specialità della Vita.”

*- Due mesi dopo. “Ho scoperto che la Parola, durante l’adorazione, confortata dalla Bibbia, mi radica di più nell’amore di Dio, anche la ragione trova le sue strade per correre sentieri solitari, per nulla facili da comunicare agli altri. Qualche volta il mio cuore arido non macina nulla, altre volte inizio con il perdono e poi vengo “rapito” da pensieri che non ho progettato, ma che mi portano in “alto” senza che io me ne possa avvedere. Mi chiedo perché il vento soffia dove vuole e non sai dove vada: lo dice anche il Vangelo, ma intanto capisco, ed è una nuova scoperta, che mi devo abbandonare a questa nuova Vita; devo imparare a staccarmi sempre più da me stesso per lasciare allo Spirito la possibilità di costruire la casa della mia vita, senza imporre intralci occasionati dalle mie vedute sicure, dove di sicuro, sono sempre un fallimento”.

*- Tre mesi dopo. “Tra più alti che bassi, sento sempre più il desiderio di correre; non mi basta più questo tempo, è troppo poco. Un pensiero fisso, come un fil rouge, mi accompagna da tempo, con il profumo del mattino della Risurrezione; quel mattino, le tenebre notturne sono state vinte dalla vita, quale luce di un nuovo giorno dell’umanità; dai raggi di una vita nuova che hanno coperto, con una veste candida, questo pianeta; dal bagliore di un lampo, che ha sconfitto la morte ed ha irraggiato l’universo, che canta nei secoli, l’amore di un Dio, e solo lui poteva farlo, perché l’uomo non venga mai meno alla Vita”.

*- Quattro mesi dopo. “Il pensiero della Risurrezione continua a rodere le mie viltà e le remore si assottigliano lasciando evaporare il desiderio combinato con il mattino, la luce e la storia dell’Amore, che per non venir mai meno al suo DNA, cambia la forma visibile, ma l’essenza rimane: dalla Croce all’Eucarestia. Ora oso chiedere un secondo turno settimanale, ma di notte, mi sembra una pazzia. Mi è stato concesso. Qui iniziano le paure: scivolo solo di notte, nelle vie deserte dipinte di buio, rotto solo dalla luce di qualche lampione … mi potrebbe capitare qualcosa; alzo gli occhi per cercare un conforto e nella volta scura, vestita di blu, vedo poche stelle, ma una sempre più forte delle altre … a Lei mi sono affidato in questo cammino : santa Maria del mattino, santa Maria del cammino, santa Maria di Gesù divino, accompagnami in questa eternità, che già sto vivendo”.

*- Un mese dopo. “La gioia incontenibile mi apre gli occhi ad una visione cristiana più autentica e tutto diventa più facile: a perdonare, a considerare gli altri come creature di Dio, a vivere la vita come servizio per gli altri, prima in famiglia e poi …dilato il cuore ad una visione cattolica (universale), non posso più pensare solo a me stesso.”

*- Tre mesi dopo. COVID-19. Tutto è avvenuto come una tegola sulla testa e la testa “gira” per potermi adattare, giorno per giorno, ai vari decreti, il primo dei quali ha abolito l’adorazione notturna. Ora manca anche l’eucarestia, e qui nascono pensieri di declino. Mi domando: cosa rimane di questo cristianesimo? Avrei voluto come Maria, sorella di Lazzaro, sedermi vicino al Maestro, senza dire una parola, di notte, sui gradini della Chiesa, in attesa che al mattino si riaprisse la porta del sepolcro e Lui uscisse dicendo “Antonio” … ed io avrei risposto “Maestro, noi siamo peccatori, ma tu non te ne andare “perché solo tu hai parole di vita eterna”. In realtà sto ripiegando rimanendo a casa, ma mi alzo alla stessa ora della notte, e prego, per lo stesso tempo della mia ora di adorazione, davanti ad una immagine eucaristica prodotta dal computer. Non voglio “mollare” anche se il mio combattimento soffre la mancanza di ogni sostegno sacramentale, tranne la confessione, della quale ho approfittato, per godere della forza dei martiri. Questa situazione ci ha imbavagliati, sotto tante espressioni umane, non da ultimo mi sono sentito solo, ma il mio cuore “è come albero piantato lungo corsi d’acqua”, dove la volta celeste si specchia per colorare d’azzurro il fiume della mia vita, e … le tante ondine, come delle ginocchia piegate, scorrono illuminate, guidate dalla stella del mattino, e questa, guardandole tutte, una per una, dona senso e gioia al loro percorso; lo sciacquio, risponde rumoroso, con le note della lode umana, che si eleva alla prima luce del mattino, per accogliere la risurrezione, seme gioioso di ogni vita, e ricomparire nel giorno dell’eternità.

Paolo Fiorani

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