Da discepoli in un mondo malato

È una cosa strana che una ordinazione sacerdotale, presieduta dall’arcivescovo, possa avvenire nel giardino di un seminario, eppure in quest’anno che ci sta mettendo di fronte a cose inaspettate è successo anche questo. Lunedì 16 giugno, 5 diaconi del seminario teologico del Pontificio Istituto Missioni Estere, Pime, sono stati ordinati sacerdoti a Monza, nel posto dove hanno trascorso i loro anni di studio e formazione.
                                        IVAN STRAFACE - ITALIA
Una ordinazione, come dicevamo, presieduta dall’arcivescovo di Milano mons. Mario Delpini e concelebrata da diversi sacerdoti, missionari del Pime e parroci o coadiutori delle parrocchie nelle quali questi ragazzi hanno prestato la loro opera di apostolato.
                                            SRAVAN KUMAR KOYA - INDIA
In questa celebrazione il tempio non era costruito da mano d’uomo, ma da Dio stesso, con superbe colonne di alberi centenari a sorreggere la volta di un cielo mutevole nella sua corsa di nuvole. E poi la pioggia, che, prima a goccioloni poi sempre più fitta, ha cominciato a brillare e rimbalzare sulle coperture dei gazebo prontamente montati per riparare gli astanti. Pioggia intensa, ma di breve durata, è parsa quasi segno di una ignota partecipazione, di una benedizione celeste. Non si benedice, forse, con l’acqua?
                                FEL CATAN - FILIPPINE
Con questa benedizione dal cielo così ampia sarete i preti della sovrabbondanza” ha detto ironico l’arcivescovo. Se questi ragazzi saranno i preti della sovrabbondanza non lo sappiamo, una cosa però è certa: una ordinazione presbiteriale così intima e unica non l’ha avuta nessun altro.
                               MAURO PAZZI - ITALIA
All’omelia l’arcivescovo ha parlato di questo mondo malato che si è scoperto indifeso e al cui capezzale vi è stato chi aspettava il miracolo e chi invece aspettava i risultati della scienza. “ma è in questo mondo malato che il Signore Gesù manda i suoi discepoli e agisce insieme con loro. Nell’ordinazione presbiterale che oggi celebriamo si rinnova questa missione e la parola delle scritture descrive l’intervento di Dio nella storia come un’opera di salvezza che smentisce l’attesa dei miracoli e le presunzioni della sapienza mondana. I cinque candidati che saranno consacrati con l’unzione sono mandati a portare il lieto annuncio, ma la strada che devono percorrere è quella di Gesù, quella che Paolo chiama la “debolezza di Dio” … e che è quella dell’amore che si fa servizio, dedizione fino al sacrificio. Dice Paolo “noi predichiamo Cristo crocifisso”. La risposta all’invocazione di salvezza che il mondo rivolge a Dio senza conoscerlo, è Gesù e Gesù crocifisso. … L’annuncio del vangelo è la buona notizia che sparge l’olio di letizia e propone a ciascuno l’adesione della fede. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato. Non si tratta di una sanatoria generale, ma di un invito alla fede perché ciascuno sia salvato. La debolezza di Dio, cioè, si presenta alla libertà di ciascuno come colui che sta alla porta e bussa. Se qualcuno gli apre entrerà per trasfigurare la vita mortale nella vita eterna. È perciò che consacriamo questi nostri fratelli, perché percorrano la via della debolezza di Dio per dare salvezza al mondo malato.”
                                       NATHI LOBI - THAILANDIA

Preghiamo quindi, insieme a tutti coloro che amano la nostra diocesi, le missioni e i missionari (e sappiamo che qui a Cernusco siamo in tanti), per questi novelli sacerdoti missionari, formati nella nostra diocesi e in partenza per il mondo.
E.S.