VOCE AMICA
di dicembre 2021 è ora in distribuzione
In questo numero:
LA COPERTINA
Gesù nasce ogni giorno in chi dona e in chi
riceve
LA PAROLA DEL PARROCO
Gesù bambino portaci via la tristezza e aiutaci a vivere nella gioia!
Carissimi,
perché a Natale si fanno dei doni? Con
questo gesto noi cristiani vogliamo significare il Dono che abbiamo ricevuto in
Gesù Figlio di Dio che nasce per me e mi fa dono della sua vita: Lui è il vero dono!
Il momento difficile che abbiamo
attraversato e in parte stiamo ancora vivendo ha messo a dura prova il nostro vivere comune e la capacità
di stare insieme. Vorrei invitarvi quest’anno a chiedere un dono particolare: LA PURIFICAZIONE DELLE
RELAZIONI.
Le nostre relazioni sono il contenuto dove
Dio si rivela e ci mostra il suo amore. Purtroppo talvolta capita di non riuscire a vedere la vera
vocazione delle relazioni che sono la manifestazione della vita divina che Gesù è venuto a donarci (Gv
17). Vediamo nelle nostre relazioni tanto male e tanta paura dell’altro. Non è raro che le
relazioni possono diventare l’ambito dove si sperimenta l’inferno.
Normalmente le cose si sistemano mentre le
relazioni non sempre si sistemano perché noi siamo liberi e nelle relazioni entra in gioco la
nostra libertà. La libertà è l’ambito della massima gioia ma anche della massima tristezza. Dalle
relazioni problematiche non si può uscire da soli ma solo attraverso una vera guarigione grazie
all’intervento di Dio Padre.
Le relazioni includono ed esigono una
supplica di grazia per chiedere e donare perdono. Ci vuole del tempo ma occorre farlo, è un’arte
difficile ma è quella della Chiesa.
Le relazioni vanno “misericordiate”, cioè
vanno lavate consegnandole. Relazioni con se stessi: quando non accettiamo qualcosa di noi che
ci fa soffrire. Relazioni con gli altri: le ferite non lavate dal perdono sono il nido del diavolo.
Relazioni con Dio: può succedere di essere delusi e arrabbiati con Dio.
Quando non c’è questa pace nascono i paradisi
artificiali che vanno dalle passioni fino all’illusione di avere tutto per riempire il vuoto
interiore della nostra vita.
Faremmo bene a ricordarci sempre che le
ferite che ciascuno si porta dentro sono la grande occasione per sentirsi in comunione con
Dio, l’unico vero medico che può guarirci.
Ci sono due sintomi che ci dicono che
dobbiamo seriamente prendere in mano le nostre relazioni: la tristezza e l’invidia. Questi due
sintomi possono essere superati con la gratitudine, ossia trovare sempre motivi per ringraziare. C’è una tristezza che è nascosta nel
profondo del cuore e potrebbe anche non apparire ma tortura le cose e distrugge la pace interiore e c’è
anche una tristezza che si manifesta dal volto e dai sensi.
La tristezza è l’esatto contrario della
fede e unita al rancore e all’invidia porta alla morte spirituale. Essa è il frutto di un esasperato
“individuocentrismo” ossia quando il soggetto vuole unicamente avere in mano la propria vita e dal momento
che non riesce a farlo è triste e muore. Oppure nel non sentirsi amati perché ci si è chiusi agli
altri e a Dio per cui si entra in competizione con l’altro e lo si accusa della propria tristezza. Vediamo
bene che la tristezza è legata al peccato. Quali sono i sintomi della tristezza? La lamentela,
la critica, la depressione, l’attivismo e l’ansia…
Quali sono le cause della tristezza? La
frustrazione del desiderio, la collera, la memoria malata. Qual è la conseguenza della tristezza? L’
Accidia cioè il male di vivere, la deresponsabilizzazione con il conseguente spegnimento della vita
spirituale e il nutrimento delle passioni. Come si cura la malattia della tristezza?
Con i Sacramenti, la Parola di Dio e la carità nascosta.
Tutti abbiamo bisogno di questa
purificazione e guarigione delle relazioni con noi stessi, con gli altri e con Dio.
In questo prossimo Natale chiediamo a Gesù bambino di portarci via la tristezza e di aiutarci a vivere nella gioia perché Lui è venuto per essere con noi oggi e sempre.
Buon Natale.
don Luciano
PRIMO PIANO
Ogni giorno è Natale a Betlemme
A BETLEMME, OGNI GIORNO, TANTI PICCOLI “GESÙ BAMBINO”, VENGONO AFFIDATI ALLE CURE DELLE SUORE PER OFFRIRE LORO UN FUTURO
Betlemme si trova in territorio palestinese, ad un’altitudine di circa 775 metri sul livello del mare, sulla dorsale dei monti della Giudea. Ha un clima di tipo mediterraneo, con estati calde e asciutte ed inverni freddi e umidi. Conta una popolazione di circa venticinquemila abitanti.
Quello costituito da Betlemme (“la casa del pane”) e Natale è un binomio inscindibile, e la Basilica della Natività, dopo aver attraversato il Campo dei pastori, ha reso questo luogo il centro di un incessante pellegrinaggio.
Come ben sappiamo, sia il Vangelo di Luca, sia il Vangelo di Matteo, pur con qualche differenza, collocano a Betlemme la nascita di Gesù, indicando un riferimento storico preciso (il censimento di Cesare Augusto) e la discendenza dall’amato re Davide, cui la stessa Betlemme avrebbe dato i natali.
Chi vi si è recato avrà però visto che Betlemme non è più solo qualche casupola e la mangiatoia ma una cittadina con molto traffico, che ospita tanti stranieri, con tante strutture per ospitarli e i bazar per vendere loro i prodotti locali.
Il punto più suggestivo per i pellegrini è la Grotta della Natività, il punto esatto in cui la tradizione indica sia nato Gesù, con la sua speciale atmosfera data dalle tante lanterne accese, e in essa la Cappella della Mangiatoia, dove è rappresentata in maniera suggestiva la Natività.
Oltre alla Basilica della Natività, ci sono da vedere la chiesa di Santa Caterina, la Cappella della Grotta e del Latte, la Chiesa luterana del Natale e la Chiesa siriana ortodossa di Santa Maria, la Moschea di Omar, l’unica nella città vecchia di Betlemme, e vicino al check-point che permette di entrare in città la Tomba di Rachele, moglie di Giacobbe … e poi c’è “il Muro”.
Sì, perché per arrivare a Betlemme, forse la più facile città da visitare in territorio palestinese, a circa 60 km dall’aeroporto di Tel Aviv e 10 km a sud di Gerusalemme, occorre avere con se il passaporto e attraversare “con molta calma” un check-point, sia in ingresso che in uscita.
Intorno alla città ci sono poi i campi profughi, come Aida, Deisheh e Al-Azzah, sorti dopo la guerra del 1948, campi in cui si sono rifugiati molti palestinesi cacciati dalle loro terre.
Perché questa premessa?
Perché ci occorre per capire come, in questo luogo che ci ricorda il Natale, tanti bambini, tanti piccoli “Gesù Bambino”, vengono affidati (come dice don Giampiero Alberti più avanti non è bello dire “bambini abbandonati”) alle cure delle suore per offrire loro un futuro migliore o, più semplicemente, un futuro. Avviene con le suore Figlie della Carità di San Vincenzo de’ Paoli per La Crèche e con le Suore Maestre di Santa Dorotea di Vicenza per l’Istituto Effetà.
Tanti di noi si sono resi fratelli in questa opera di carità, sia con il sostegno economico (lo abbiamo fatto come comunità nel 2018 per La Crèche, ricordate? o con la raccolta davanti al presepe in San Giuseppe Lavoratore per l’Istituto Effetà), sia con la presenza in campi estivi per i più giovani, sia con l’aiuto per la raccolta delle olive e la trasformazione in olio per qualcuno dei più grandi.
Abbiamo, per questo Natale, provato a raccogliere le voci di qualcuno di essi, sperando di poter presto ritornare a far visita a quelle Terre e alle suore: i pellegrinaggi sono, seppur fra mille difficoltà, da poco ricominciati.
Gesù nasce ogni giorno in chi dona e in chi riceve (don Giampiero Alberti)
Yalla Haziz! (Elisabetta Porta e Alessandro Galbiati)
Da 50 anni la voce dei piccoli palestinesi (Don Andrea Lupi)
COMUNITA’ PASTORALE
Voce Amica 2022: insieme, con rinnovata speranza
Perché far celebrare le Messe per i defunti?
Fra’ Danilo Malguzzi ordinato diacono: “Il Signore mi ha sostenuto e guidato”
Natale
Arriva il Natale, costruiamo il presepio!
È di nuovo Natale!
Correva l’anno 1961, era il secolo scorso… (il presepio nelle grotte dell’Uboldo)
SS. Messe e celebrazioni per il tempo di Natale
Caritas cittadina
L’alleanza contro la povertà: dall’analisi all’azione
MISSIONI
Don Sandro ritorna in piazza
FAMIGLIA
Open your future!
L’amore che diventa fecondo (per conoscere Amoris Laetitia)
Continuano gli incontri di “Aggiungi un posto a tavola”
LE PARROCCHIE
Palermo e Loreto: un amore disinteressato
Padre Gennaro Lione, agostiniano, destinato a Cascia
40° inaugurazione del “Centro Cardinal Colombo”
ASSOCIAZIONI
Azione Cattolica: “A tutto campo” (Adesioni 2021-22)
CAV: Il bene della vita è valore umano e civile
PASTORALE GIOVANILE
Don Andrea: Casa Nazaret
Vita comune in oratorio
Coltivare insieme l’amicizia con Gesù
Una Parola avvincente per me e la mia vita
Pastorale Samaritana: La dignità dei figli di Dio
ASO’:
Scende in campo il Progetto educativo
Un progetto speciale ASO’
Scout: Uscita di comunità capi: la comunità e la corresponsabilità
LA CITTA’
La maggioranza si spacca: visioni diverse sul futuro sviluppo della città
Andiamo tutti in Via S. Francesco! (inaugurato il “murales”)
Don David è rimasto nel cuore di tantissimi Cernuschesi
Significativi riconoscimenti per i ragazzi di PizzAut
Ballerino d’eccezione nel programma dedicato all’Unicef
La Sacer, casa e scuola di vita per molte generazioni
Senza scordare le rubriche: il Diario, il Taccuino, la programmazione di Agorà, le Farmacie di turno, le Necrologie, tutti gli orari delle celebrazioni e degli uffici parrocchiali, l’anagrafe, anche “corposa”, di ciascuna parrocchia...
“VOCE AMICA”, al suo 96esimo anno di vita, è il mensile cattolico della Comunità pastorale “Famiglia di Nazaret”: chi non lo riceve direttamente a casa, lo può trovare in fondo alle chiese parrocchiali cittadine o in Libreria del Naviglio (via Marcelline 39).
Il numero di dicembre 2021 è in distribuzione da sabato 4
dicembre
Il prossimo numero sarà in distribuzione da sabato 15 gennaio 2022
Auguri!