Giovedì 28 Marzo

PASQUA INSANGUINATA

Nel giorno di Pasqua a Lahore (Pakistan) sono morti, a seguito di un attentato terroristico, 72 persone e 359 sono rimaste ferite. L’attentato è stato rivendicato da un gruppo di talebani, che ha affermato: "l'obiettivo era colpire la minoranza cristiana". I cristiani morti sarebbero 10, mentre quelli feriti 49.


Papa Francesco ha definito l’attentato in Pakistan “esecrabile”, “crimine vile e insensato”. Quindi ha ripetuto – durante la preghiera del Regina Coeli di lunedì 28 marzo – “ancora una volta che la violenza e l’odio omicida conducono solamente al dolore e alla distruzione; il rispetto e la fraternità sono l’unica via per giungere alla pace. La Pasqua del Signore susciti in noi, in modo ancora più forte, la preghiera a Dio affinché si fermino le mani dei violenti, che seminano terrore e morte, e nel mondo possano regnare l’amore, la giustizia e la riconciliazione.”


L’attentato a Lahore (Pakistan) – Foto: AFP/SIR (Riproduzione riservata)

In Pakistan, «la minoranza cristiana raccoglie, tra tutte le denominazioni, poco meno del 2% della popolazione. I cristiani – ha scritto Marco Impagliazzo, professore ordinario di Storia contemporanea nell’Università per Stranieri di Perugia e presidente della Comunità di Sant’Egidio di Roma, in un editoriale pubblicato da Avvenire martedì 29 marzo - appartengono quasi tutti alle classi più povere, sono impiegati in lavori umili e faticosi. Negli ultimi anni, anche grazie allo svilupparsi dell’educazione, alcuni di essi sono riusciti a emergere nella società. Generalmente vivono in quartieri marginali delle grandi città o in villaggi cristiani che purtroppo, recentemente, sono stati a loro volta bersaglio di attacchi violenti. Si tratta di una minoranza viva, vibrante, non silenziosa e non nascosta. I cristiani sono cittadini pachistani e lo riaffermano in ogni circostanza. Non sono e non si sentono stranieri e sono presenti nella vita pubblica del Paese.»


«I cristiani hanno scuole, ospedali, centri di carità. Sono luoghi aperti a tutti - prosegue Impagliazzo nel suo editoriale - specialmente ai musulmani che rappresentano la stragrande maggioranza dei cittadini, il 97%. Sono luoghi di convivenza, pacifici, dove si mostra la possibilità di abitare insieme la città dell’uomo nel rispetto e nella pace tra tutte le componenti etniche e religiose della società. Nelle scuole cattoliche imam vengono a insegnare le ore di religione islamica agli studenti musulmani, mentre gli alunni cristiani studiano il cristianesimo.»

Gli ideali che nel 1947 avevano dato vita alla stagione dell’indipendenza «sembrano oggi essere spazzati via - annota l’editorialista - da una forma di estremismo violento e cieco, quello dei taleban, che non riconosce le minoranze, attacca la convivenza pacifica e punta alla creazione di una sorta di califfato. Sono fenomeni sempre più aggressivi e spregiudicati, di fronte ai quali l’apparato statale non sembra preparato. E tante sono anche le vittime musulmane di questi attacchi terroristici.»


«Ci fermiamo, una volta di più, a riflettere sul martirio dei cristiani in questa Pasqua insanguinata. Ci si chiede: perché tanto dolore e morte?» La risposta per Impagliazzo deve essere ricercata «ancora una volta nella Croce di Cristo. I cristiani, umilmente, seguono Gesù, mite e umile di cuore, che non ha voluto salvare se stesso ma ha dato la sua vita in riscatto di tutti. Così continua a essere.»

C&A

Cernusco sul Naviglio, 29 marzo 2016