DON LUCIANO. Settembre: ricominciamo un nuovo anno pastorale

Carissimi,

Quando si ricomincia si è all’inizio di un nuovo percorso ma non si ri-parte mai da zero, l’esperienza fin qui fatta è la nostra storia e non possiamo non tenerne conto.

Don Fabio Rosini nel suo libro “L’arte di ricominciare” scrive: “Per ricominciare, questo è il primo spigolo contro cui è salutare sbattere: si parte dalle cose come sono, e non come “dovrebbero essere”. La sapienza non coincide in una teoria in cui fare entrare a martellate le situazioni. Uno si trova in mano la realtà e l’unica strada intelligente è accoglierla”.

Molti nostri fallimenti nascono proprio dal fatto che partiamo dal come “dovrebbe essere” la realtà e non invece da come stanno le cose e da come accoglierle per quelle che sono e ci vogliono dire.

Probabilmente abbiamo davanti a noi una ripresa non facile, il virus sembra non darci tregua e ci metterà ancora alla prova. Ma non dobbiamo scoraggiarci perché possiamo confidare anzitutto nell’aiuto di Dio e poi della scienza che anch’essa fa la sua parte.

Se c’è una difficoltà che stiamo incontrando è quella di non riuscire più ad incontrarci e vivere insieme momenti comunitari come si faceva poco tempo fa. Questo se da una parte è molto pericoloso perché tende ad accentuare un certo individualismo e chiudere ciascuno nel proprio mondo, dall’altra potrebbe essere l’occasione per riscoprire la bellezza e l’importanza delle relazioni e magari di relazioni nuove che ci fanno bene. Il punto di partenza della conoscenza personale è la fiducia, senza la quale è impossibile ogni autentica relazione oltre che un’autentica comunione ecclesiale.

Come diceva il grande filosofo russo Florenskij: “la conoscenza dell’altro è una comunione morale di persone ognuna delle quali è per ciascun’altra oggetto e soggetto”.

Non dimentichiamo che conoscere le persone, nella Chiesa, è vedere in esse Cristo stesso. Sono quindi anch’esse una meravigliosa opera d’arte (Card. Spidlik).

Non lasciamo che questo tempo un po’ strano e difficile ci rubi la bellezza di conoscere gli altri e condividere con loro il nostro cammino. Apriamoci con speranza al futuro di un nuovo anno pastorale sapendo che tutto, anche le cose più oscure e che non si capisce perché accadono proprio a noi, ci sono state date perché ci salviamo.

“Aiutami Signore, a illuminare la confusione delle cose con la chiarezza della fede e a trasformare nella forza della fiducia la difficoltà di tutto ciò che pesa in me. E il tuo Spirito possa testimoniare nel mio cuore che io sono veramente tuo figlio e ho ragione quando accetto tutti gli avvenimenti dalla tua mano. Fa’ che nella certezza del tuo amore trovino risposta quelle domande a cui nessuna sapienza umana può rispondere. Che tu mi ami è risposta a ogni domanda – fa che io la senta quando giunge l’ora della prova”. (Romano Guardini)

A tutti e a ciascuno l’auguro di vivere questo nuovo anno pastorale con intensità e fiducia nel Signore che guida il nostro cammino.

don Luciano