CONDIVISIONE NELL’UMILTÀ

Forse stiamo distorcendo troppo il Natale, perché a volte ci potrebbe dare fastidio in quanto nel silenzio, nella semplicità e nell’umiltà l’icona del presepe interroga tutti noi. Credenti e non credenti

Presepe 2017 in chiesa prepositurale, Cernusco sul Naviglio

Il tempo scorre e puntualmente i momenti più significativi dell’anno tornano a segnare il passo nella nostra quotidianità. In ogni caso il Natale occupa un posto privilegiato nella vita di tutti per la sua importanza ed anche e soprattutto per il suo significato. Un Natale che indiscutibilmente ci riporta a Dio che si fa Uomo per condividere in tutto, eccetto che nel peccato, la condizione umana. Questa è un’icona che nessuno può cancellare o in qualche modo modificare. Certo è, però, che, specie negli ultimi tempi, tutto ciò è passato in secondo piano ed a volte è diventato uno sfondo fino a quasi scomparire. Giungono in primo piano sempre nuovi significati ed interpretazioni a volte anche fantasiose che poi, alla fine, fanno vivere questi giorni di festa con una tensione fortemente stressante.

Forse stiamo distorcendo troppo il Natale, perché a volte ci potrebbe dare fastidio in quanto nel silenzio, nella semplicità e nell’umiltà questa Icona (del presepe, ndr) interroga tutti noi. Credenti e non credenti. E noi non vogliamo essere interrogati perché riteniamo di sapere tutto e di non aver bisogno di altro. Ma Lui è comunque davanti a tutti noi, primo protagonista di un evento unico di condivisione. Una condivisione che parte dal basso e che porge la mano a chi soffre perché non ha lavoro, perché è solo, perché è malato, carcerato, violentato, calpestato nella sua dignità.

Il messaggio della condivisione, del porgere la mano per camminare insieme non è rivolto solo ai credenti in una religione: è rivolto all’uomo, alla persona umana, svestita di ogni appellativo, in piena umiltà.

L’invito, pertanto, è per un’azione concreta che si deve manifestare nella quotidianità, mettendoci la faccia, in piena trasparenza, evitando di mettersi all’angolo a guardare e magari poi prendersi tutto lo spazio per criticare. Auguriamo a tutti un Natale di semplicità e di condivisione, avendo davanti l’icona del Presepe: Dio che si fa Uomo e condivide pienamente la condizione umana, quella di tutti gli uomini, senza distinzione alcuna.

Salvatore Coccia
direttore L’Araldo Abruzzese (Teramo-Atri)
(da: www.agensir.it)

Cernusco sul Naviglio, 24 dicembre 2018