DON PAOLO: “SE TI OCCUPI SOLO DI VANGELO, DI COSA PARLI?”
Sembra ieri che se ne andava da Cernusco, era anche allora inverno, e sono già passati 14 anni da quando don Paolo divenne parroco a Baranzate, Parrocchia di Sant’Arialdo (l’unica parrocchia esistente dedicata a questo santo milanese, ci ha detto). Da allora, anche chi non l’ha più contattato direttamente, ne avrà certo sentito parlare per le tante iniziative di integrazione promosse, fino al più recente riconoscimento ricevuto dal Capo dello Stato, Sergio Mattarella.
Don Paolo Steffano
Don Paolo Steffano, 52 anni, è stato insignito del titolo di Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana "per il suo contributo a favore di una politica di pacifica convivenza e piena integrazione degli stranieri immigrati nell’hinterland milanese". Per una sera è tornato tra noi – martedì 6 marzo - invitato dalla “Pastorale Giovanile” che con lui aveva iniziato a muovere i primi passi di un cammino unitario, e dal palco di Agorà abbiamo rivisto il “personaggio” che per oltre 7 anni avevamo conosciuto nella nostra comunità. In sala tanti dei giovani, ormai mamme e papà, che con lui sono cresciuti così come tanti adulti con i capelli un po’ più bianchi che con lui hanno condiviso un tratto di cammino.
Don Paolo Steffano
Si era ripromesso di suddividere il suo intervento parlando un po’ di Cernusco e un po’ di Baranzate e così è stato. Raccolgo di seguito qualche pensiero sparso dagli appunti presi al volo: sicuramente dimentico qualcosa, ma come sempre è stato impossibile star dietro alla sua espressività - a volte erano momenti di puro cabaret, con la sala a ridere e applaudire divertita! - ed al contempo cogliere tutti i contenuti da lui proposti.
Dopo l’introduzione con il ricordo dei primi passi al ‘Divin Pianto’, pupillo di don Carlo Grammatica, e il racconto delle “fughe” dal ‘Paolo VI’ per “farsi la doccia”, i contenuti si sono fatti via via “più seri” ed espressi con la sua abituale leggerezza.
Don Paolo Steffano e don David
Maria Riboldi (attuale responsabile dei tre oratori cittadini)
«A Cernusco c’è una realtà ricca e viva, io l’ho conosciuta e ne sono rimasto impressionato - ha detto don Paolo - ma guai a crogiolarsi sul passato. C’è un’esperienza di sapere, ricchezza e storia che non mi esenta dal domandarmi come annunciare il Vangelo oggi e qui. Stare a Cernusco diventa anche un’esperienza di Chiesa faticosa se non si vuol dare nulla per scontato, se non basta il “si è sempre fatto così”. I numeri di Cernusco sono impressionanti, in tutto.»
Don David, il prevosto monsignor
Luciano Capra e don Paolo
«Poi vai a Baranzate e ... sono uscito per dire Messa – ha proseguito don Paolo - genuflessione e mi giro, chiesa vuota: “vuoi vedere che ho sbagliato orario”? O per andare al mio primo campeggio non mi è servito un pullman, neanche un pulmino, bastava la mia auto, e non mi serviva trovare un campo per un tendone, è stata sufficiente una roulotte. Ecco dunque che occorre imparare a stare nella realtà che ci è data di vivere. Tutte le ricchezze che abbiamo non devono essere cose che ci fan sedere, ciò che abbiamo ci investe di una responsabilità e di una disponibilità che possiamo condividere con altri.»
Don Paolo Steffano
«A Baranzate ho imparato che essere prete non dipende da cosa fai. Arrivare lì – ha aggiunto don Paolo - è stata un’esperienza che mi ha permesso inizialmente di pensare, di studiare - se penso che a volte un funerale mi aiutava a riempire una serie di mattine vuote! - , di fare tante cose, ma una in particolare a cui tenevo: incontrare le persone e farsi raccontare la loro storia. Stare in una realtà con una storia così giovane - nessuno che vive a Baranzate oggi ha i nonni a Baranzate - aiuta a comprendere un vivere senza sentirsi padroni, una vita che è possibile condividere.»
Don David, il Sindaco Ermanno
Zacchetti e don Paolo
«Quello che ho fatto è stato creare quello che chiamo un “sistema quartiere” – ha spiegato don Paolo - dove ognuno è protagonista di una storia che si può condividere, che fa scoprire la ricchezza di un capitale umano che, quello sì, rende le parrocchie tutte uguali. La mia parrocchia si riassume tutta in una via, via Gorizia; ci sono tutti i problemi in questa via, ma anche tante ricchezze: può diventare un laboratorio di fraternità, perché c’è un modo di essere fratelli anche lì. Per imparare a vivere il Vangelo basta venire a Baranzate perché sono i poveri che ce lo insegnano. Vangelo e poveri “vanno insieme”: se ti occupi solo di Vangelo, di cosa parli?»
Il regalo degli oratori cittadini
a don Paolo Steffano
Sono poi seguite alcune domande dal pubblico che hanno offerto ulteriori spunti di riflessione, il saluto del Prevosto, monsignor Luciano Capra, e quello del Sindaco, Ermanno Zacchetti, presente in sala, con relativi “amarcord”, ma anche indicazioni per il presente e ovviamente i tanti saluti personali a fine serata, spente le luci del palco.
Una di quelle serate che ti fanno bene, che ti permettono di respirare la brezza leggera e profumata della Chiesa bella del Concilio, della Chiesa del Signore Gesù.
Giancarlo Melzi
Cernusco sul Naviglio, 7 febbraio 2018