MA LA PREGHIERA CONTRO IL CORONAVIRUS FUNZIONA?
Su un grafico (sbagliato) che ricollega il calo dei decessi alla preghiera del Papa in piazza San Pietro. Una riflessione di Giorgio Bernardelli per VinoNuovo.it
ra le cose che più mi hanno rattristato in questi giorni c’è un grafico che ho visto circolare parecchio sui social network. Si tratta di una tipica fake news in salsa cattolica. «Cifre alla mano» mostra una «coincidenza straordinaria» tra il picco nei decessi da Covid19 in Italia e la preghiera del Papa nella piazza San Pietro deserta: entrambe le cose – testimonia l’ormai immancabile curva – sono accadute il 27 marzo. «Quindi, vedete che ha funzionato?…».
Peccato, però, che i conti non tornino affatto. Perché questo accostamento è figlio di uno sguardo malato, che come al solito guarda solo a noi. Lo si può capire abbastanza facilmente dall’immagine in cui – a quello di cui sopra – ho provato ad affiancarne un altro dei grafici; se abbracciamo il mondo intero, infatti, il 27 marzo non c’è stato nessun picco dei morti da Covid-19. Anzi: oggi di Coronavirus si sta morendo molto più di allora. A dirla tutta ci sono persino Paesi cattolicissimi come il Brasile dove oggi si muore dieci volte di più rispetto a quel giorno. Del resto quella preghiera – ben consapevole di quanto il Coronavirus sia un dramma planetario – Papa Francesco l’aveva chiamata Statio Orbis, cioè preghiera sul mondo intero. «Allora non ha funzionato?». Oppure l’«onda» della benedizione eucaristica è un po’ lenta e quindi ha bisogno di più tempo per arrivare dappertutto?
Ancora una volta: a non funzionare davvero sono i nostri occhi che cercano nella preghiera un toccasana miracolistico, anziché un balsamo per purificare il nostro cuore prima che una liberazione dalla malattia. Ancora di più, però, a non funzionare sono le nostre orecchie. Perché basterebbe riascoltare le parole che Papa Francesco ha pronunciato proprio quella sera per capire che questa caccia alla coincidenza è un’operazione completamente fuori strada.
«In questo nostro mondo, che Tu ami più di noi, siamo andati avanti a tutta velocità, sentendoci forti e capaci in tutto – diceva Papa Francesco quella sera -. Avidi di guadagno, ci siamo lasciati assorbire dalle cose e frastornare dalla fretta. Non ci siamo fermati davanti ai tuoi richiami, non ci siamo ridestati di fronte a guerre e ingiustizie planetarie, non abbiamo ascoltato il grido dei poveri, e del nostro pianeta gravemente malato. Abbiamo proseguito imperterriti, pensando di rimanere sempre sani in un mondo malato. Ora, mentre stiamo in mare agitato, ti imploriamo: “Svegliati Signore!”».
Non è che
nella nostra voglia di ricominciare – di tornare alla «vita normale» anche
nelle nostre comunità – stiamo ripartendo proprio su questa stessa strada?
C’è un
mondo che resta malato intorno a noi. Ci sono Paesi per cui il dramma del
Coronavirus sta cominciando davvero soltanto adesso. Guai a dimenticarcelo.