AL SUCCESSO DI “ATTILA” HA CONTRIBUITO ANCHE GIANLUCA BURATTO

Il cernuschese Gianluca Buratto è stato tra gli interpreti di “Attila”, l’opera di Giuseppe Verdi che ha aperto la stagione del Teatro alla Scala. “Il solo pensiero di poter calpestare quel palco mi riempie di gioia e di orgoglio.”

Foto dalla pagina facebook di Gianluca Buratto

Al successo di “Attila”, l’opera di Giuseppe Verdi che lo scorso 7 dicembre ha aperto la nuova stagione lirica del Teatro alla Scala, con Riccardo Chailly sul podio, ha contribuito anche il Cernuschese Gianluca Buratto interprete di Papa Leone. Sono andati, quindi, anche a lui i quattordici minuti di applausi che alla fine dello spettacolo il pubblico ha tributato ai protagonisti della ‘prima’ scaligera.

«Sono nato e cresciuto a Cernusco sul Na­viglio – ha scritto Gianluca Buratto per ‘Voce Amica’ – e in questo periodo mi trovo impegnato nel dare la mia voce al personaggio di Papa Leone nell’opera “Attila" di Giuseppe Verdi che inaugurerà la stagione lirica del Teatro Alla Scala il 7 dicembre. L’emozione è tanta e il solo pensiero di poter calpestare quel palco, così importante per Milano e per tutto il mondo, mi riempie di gioia e di orgoglio.»

«Tutto cominciò proprio qui a Cernusco – racconta Buratto - cantando durante le celebrazioni che servivo da chierichetto, nella mia chiesa di San Giuseppe Lavoratore e, poi nel ‘Coro città di Cernusco’ dove, quasi per gioco, la Maestra Giuseppina Camagni mi consigliò di partecipare alla prova d’ingresso per poter entra­re al Conservatorio di Milano. Così preparai l’aria per l’audizione, nel bagno di casa: la voce, lì dentro, mi sembrava enorme.»

«Fui ammesso al Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano dove ebbi modo di perfezionarmi. Da lì in poi, la mia passio­ne mi ha portato a cantare nei teatri di tutto il mondo, oggi mi rendo conto del dono che ho ricevuto e ogni volta mi impegno a valorizzarlo sempre di più. Ringrazio mamma Mary e papà Graziano che mi hanno sempre sostenuto dandomi la possibilità di poter studiare l’arte del canto, mio fratello Simone che, durante le sue ore di pausa pranzo, mi sopportava quando mi esercitavo in sala e mia moglie Silvia che mi è sempre stata vicina fin dagli esordi.»

«Da 10 mesi abbia­mo ricevuto il dono più speciale che esista, la nostra bimba Eleonora – conclude Buratto - che, con i suoi occhietti, mi guarda dalla platea, stupita, diventando la mia ammiratrice numero uno! Grazie!»

«Fieri di lui e colmi di orgoglio – è il commento degli amici della Parrocchia di san Giuseppe Lavoratore - noi tutti che lo conosciamo da sempre e che lo abbiamo visto, mentre già era protagonista delle opere più famose nei più bei teatri italiani e stranieri, anche fare le salamelle in oratorio! Siamo con lui sullo straordinario palco della Scala, uno dei più prestigiosi teatri del mondo: in bocca al lupo, Gian!»

Voce Amica
Dicembre 2018

Cernusco sul Naviglio, 10 dicembre 2018