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GELSO D’ORO 2020. TRA I PREMIATI ANCHE L’INDIMENTICATO FRANCESCO ALBERTI

La cerimonia sabato 26 settembre a Villa Greppi. Queste le ragioni del riconoscimento alla memoria di Francesco, mancato lunedì 21 gennaio 2019 a seguito di un incidente stradale: “Per il suo apporto disinteressato di volontario in numerose associazioni cittadine e nelle molteplici attività della comunità cristiana, svolto con altruismo, disponibilità ad aiutare gli altri e la perseveranza nei suoi impegni, contribuendo in maniera non appariscente ma estremamente concreta, al “ben - essere” dei cittadini di Cernusco sul Naviglio.” Saranno insigniti del Gelso d’Oro anche Marco Erba, Antonio Corbari, Mauro Raimondi e Serena Giacomin.

Con questo premio, ha dichiarato il Sindaco Ermanno Zacchetti, “l’Amministrazione vuole annualmente dedicare il giusto riconoscimento a coloro che, negli ambiti più diversi, hanno contribuito a rendere migliore la nostra città: persone o realtà che rappresentano una parte dell’ampia sensibilità cernuschese e attive, spesso senza apparire, a tessere quelle relazioni positive che ci fanno sentire comunità’.

Tra i benemeriti 2020 compare anche Francesco Alberti, classe 1948, volontario in SACER come pure in Croce Bianca e AVO: uomo di poche parole ma in grado – attraverso le sue azioni ed i suoi gesti - di esprimere in modo immediato e sincero l’attenzione e l’affetto per tutti.

Ecco le parole che pronunciò don Luciano nell’omelia dei suoi funerali: “Il commento più bello al Vangelo delle beatitudini” è stata la vita di Francesco, che oggi ci ha chiamato qui in tanti per salutarlo e affidarlo a Dio.” Poi aggiunse: “noi oggi sentiamo il distacco da una persona di famiglia, non solo i suoi parenti l’avvertono ma anche tutta la nostra comunità pastorale. Un uomo che nella sua semplicità ha costruito questa famiglia ecclesiale. Abbiamo sentito il dolore di questo distacco sin dalla settimana scorsa, quando è successo questo tragico evento.”

“Ci sostiene in questo momento la fede. Francesco – proseguì don Luciano - non avrebbe certamente voluto che si parlasse di lui, ma noi non possiamo fare a meno di guardare ai testimoni come lui che il Signore mette sulla nostra strada.” Il prevosto poi riprese, commentandola ulteriormente, una caratteristica, una qualità decisiva di Francesco, che aveva già richiamato a poche ore dalla sua morte.

“Questa mattina quando è arrivata la bara in oratorio ho visto che sopra c’era un grembiule, simbolo del servizio. Francesco era ‘il servizio’. Un uomo dedito al servizio. Un uomo per cui il servire era naturale. E non quei servizi che ci gratificano e che ci mettono in mostra, ma molto spesso quei servizi che nessuno vede ma che tengono su una casa. Francesco ci ha insegnato che il servizio, se vogliamo essere autentici discepoli di Gesù, è una dimensione naturale che uno sente propria. Non c’era bisogno di dirgli le cose, lui le vedeva e le faceva” ha evidenziato don Luciano, che subito dopo ha precisato che Francesco “ci ha anche insegnato come servire. Era l’uomo della disponibilità, della generosità, del silenzio e anche del sorriso discreto. Ci ha insegnato a servire con questa semplicità disarmante. Semplicemente per il bene!” E, ancora: “ci ha insegnato anche per Chi servire. Francesco era mosso in questo certamente da una generosità innata, ma era un uomo anche di grande fede, un uomo che pregava e pregava sul serio, perché era spinto da un amore verso Dio e quindi verso il prossimo.”

“Tutto questo ci insegna come dobbiamo imparare ad essere gli uni per gli altri. Questo è il grande passaggio di testimone che ci consegna. Oggi – ha continuato il prevosto - certamente siamo più tristi per questo distacco, però siamo anche consolati perché il Signore ci ha regalato una persona come Francesco. Lui non parlava mai di sé, ma parlava di un Altro, che amava e serviva nella sua disponibilità verso qualunque generazione, perché Francesco era amato da tutti. Non si poteva non volergli bene!”

“Oggi noi lo contempliamo certamente beato. Quella beatitudine – concluse don Luciano - che lui nella fede ha vissuto qui in terra e ora la trova nell’abbraccio del Padre. Sicuramente Francesco ha trovato le porte del cielo spalancate perché il suo cuore era grande. Rimane per noi una grande traccia, un solco da seguire. Non basta che questi uomini passino nella nostra comunità, ma, avendo segnato un sentiero, dobbiamo anche noi percorrerlo e continuare a seguirlo. Mentre lo affidiamo al Padre, affidiamo a lui la nostra comunità perché dal cielo ci aiuti ad essere discepoli autentici di Gesù.”

Verranno dunque consegnate sabato 26 settembre alle ore 17.30 con una cerimonia ufficiale nel cortile di Villa Greppi le benemerenze civiche della Città di Cernusco sul Naviglio ‘Il Gelso d’oro’: come ogni anno la Commissione Consigliare aveva valutato lo scorso gennaio le candidature proposte dai cittadini e scelto le figure da premiare in occasione della Fiera di San Giuseppe, ma l’emergenza covid e il conseguente lockdown dello scorso marzo avevano rimandato tutto.

La ripartenza che stiamo affrontando in questo mese di settembre – ha dichiarato il Sindaco, Ermanno Zacchetti - è scandita ogni giorno dal recupero di esperienze perdute che proprio l’emergenza ci aveva sottratto: tra queste abbiamo voluto ci fosse anche la cerimonia di consegna delle nostre benemerenze cittadine, un momento comunitario atteso e crediamo fortemente simbolico.

Alla cerimonia di quest’anno sono stati invitati tra il pubblico anche i rappresentanti delle realtà che hanno lavorato e collaborato per gestire l’emergenza sanitaria, affinché questo momento possa accogliere un pubblico ringraziamento alla generosità regalata nei mesi più duri che abbiamo attraversato.

‘Durante l’emergenza – ha ricordato il Sindaco - ho spesso sottolineato l’importanza di non dimenticare mai come al centro di ogni nostra azione dovessero esserci le persone e le loro storie: proprio dalle persone e dai valori condivisi che ci fanno essere comunità, costruiamo la nostra ripartenza’.

Ecco i premiati e le ragioni:

Francesco Alberti, alla memoria - Per il suo apporto disinteressato di volontario in numerose associazioni cittadine e nelle molteplici attività della comunità cristiana, svolto con altruismo, disponibilità ad aiutare gli altri e la perseveranza nei suoi impegni, contribuendo in maniera non appariscente ma estremamente concreta, al “ben - essere” dei cittadini di Cernusco sul Naviglio.

Marco Erba -Per la dedizione alla formazione, che dalla relazione quotidiana con i ragazzi trae alimento per coniugare la sostanza dell’essere insegnante per vocazione e scrittore per passione con grandi successi a livello nazionale, facendo del mondo degli adolescenti e dell’educazione in genere un luogo privilegiato di dialogo e di crescita.

Antonio Corbari - Per il suo impegno trentennale a livello locale, nazionale e internazionale, nella pratica e diffusione della coltivazione biologica, che gli è valso il riconoscimento di essere “uno dei padri dell’agricoltura biologica lombarda”.

Mauro Raimondi - Per la sua passione per Cernusco sul Naviglio, espressa attraverso le pubblicazioni, le conferenze e le visite guidate che - con competenza, entusiasmo e un linguaggio accattivante - favoriscono la conoscenza della storia della nostra città, delle dimore di pregio e degli angoli meno noti, facendone un luogo dove è bello vivere.

Serena Giacomin - Per l’esempio di impegno nella diffusione dell’informazione scientifica e dei temi legati ai cambiamenti climatici e alla sostenibilità ambientale, in un’epoca nella quale, soprattutto le giovani generazioni, sollecitano la società ad assumere maggiore consapevolezza dei gravi rischi che il pianeta corre – e con esso la vita – se non vengono assunte nuove politiche e stili di vita personali maggiormente rispettosi dell’ambiente.

S.P.

Cernusco sul Naviglio, 24 Settembre 2020