Venerdì 29 Marzo

Don Luciano, Marzo: che posto ha Dio nella mia vita?

Carissimi,

il mese di marzo si caratterizza come “tempo di Quaresima” pertanto mi sembra opportuno lasciarsi condurre per mano da quanto la Parola di Dio vorrà suggerirci e lasciare che lo Spirito Santo porti anche noi nel deserto per parlare al nostro cuore, anche se è inevitabile passare attraverso il vaglio della tentazione.

Il Papa defunto Benedetto XVI ci ricordava che “La Quaresima è un’occasione di deserto che possiamo vivere intensamente, il deserto è il luogo del silenzio, della povertà, dove l'uomo è privato degli appoggi materiali e si trova di fronte alle domande fondamentali dell'esistenza, è spinto ad andare all'essenziale e proprio per questo gli è più facile incontrare Dio.

Riflettere sulle tentazioni (I domenica di Quaresima) a cui è sottoposto Gesù nel deserto è un invito per ciascuno di noi a rispondere ad una domanda fondamentale: che cosa conta davvero nella mia vita? Il nocciolo delle tre tentazioni che subisce Gesù è la proposta di strumentalizzare Dio, di usarlo per i propri interessi, per la propria gloria, per il proprio successo. E dunque, in sostanza, di mettere se stessi al posto di Dio, rimuovendolo dalla propria esistenza e facendolo sembrare superfluo.

Ognuno dovrebbe chiedersi allora: che posto ha Dio nella mia vita? È lui il Signore o sono io?”.

Anche Papa Francesco nel messaggio per la Quaresima di quest’anno ci insegna che: “L’ascesi quaresimale è un impegno, sempre animato dalla Grazia, per superare le nostre mancanze di fede e le resistenze a seguire Gesù sul cammino della croce. Proprio come ciò di cui aveva bisogno Pietro e gli altri discepoli. Per approfondire la nostra conoscenza del Maestro, per comprendere e accogliere fino in fondo il mistero della salvezza divina, realizzata nel dono totale di sé per amore, bisogna lasciarsi condurre da Lui in disparte e in alto, distaccandosi dalle mediocrità e dalle vanità. Bisogna mettersi in cammino, un cammino in salita, che richiede sforzo, sacrificio e concentrazione, come una escursione in montagna”.

In un tempo come il nostro in cui Dio è stato tolto dalla storia contemporanea del pensiero e della vita, per noi cristiani si impone con forza e chiarezza la domanda su Dio.

Dobbiamo avere il coraggio di testimoniare con la nostra vita che il cristianesimo è un evento che irrompe nella storia e mobilita delle persone che lo accolgono con la conseguenza di sviluppare una visione della realtà e una modalità di affrontarla per cambiarla. Questo fatto è Gesù Cristo, è un evento non una dottrina. Il cristianesimo è l’incontro personale con Cristo nella comunità cristiana. Un evento impensato che si impone nella storia personale, sociale e civile di questo mondo. Non c’è un modo di affrontare l’umano come il cristianesimo, è molto realista e non ideologico. L’incontro con Cristo è il punto di partenza.

Perdere di vista questa prospettiva vuol dire ridurre la fede ad una “religione” e quindi relegarla solo nella sfera intellettuale che, rischiando di diventare ideologia, uccide la fede anziché alimentarla e quindi trasmetterla.

Buon cammino quaresimale!

don Luciano