DON ANDREA LUPI. CAPIRE LA QUARESIMA: SEGNI E PAROLE DI UN TEMPO DI CONVERSIONE
Come
dice San Paolo, è «il momento favorevole» per compiere un cammino di
vera conversione così da «combattere il male con le armi della sobrietà e
dell’astinenza»
(Orazione
a Conclusione della Liturgia della Parola, II domenica di Quaresima).
Questo itinerario di 40 giorni che conduce al Triduo pasquale, memoria della Passione, Morte e Risurrezione del Signore, cuore del mistero di Salvezza, è un tempo di cambiamento interiore e di pentimento che ci offre ancora una volta la possibilità di tornare al Signore con tutto il cuore e con tutta la vita.
Il numero 40
La Quaresima richiama alla mente i quaranta giorni di digiuno
vissuti dal Signore nel deserto prima di intraprendere la sua missione
pubblica. Si legge nel Vangelo di Matteo: «Gesù fu condotto dallo Spirito nel
deserto, per essere tentato dal diavolo. Dopo aver digiunato quaranta giorni e
quaranta notti, alla fine ebbe fame».
Quaranta è il numero simbolico con cui l’Antico e il Nuovo Testamento
rappresentano i momenti salienti dell’esperienza della fede del popolo di Dio.
È una cifra che esprime il tempo dell’attesa, della purificazione, del ritorno al
Signore, della consapevolezza che Dio è fedele alle sue promesse. Nell’Antico
Testamento sono quaranta i giorni del diluvio universale, quaranta i giorni
passati da Mosè sul monte Sinai, quaranta gli anni in cui il popolo di Israele
peregrina nel deserto prima di giungere alla Terra Promessa, quaranta i giorni
di cammino del profeta Elia per giungere al monte Oreb, quaranta i giorni che
Dio concede a Ninive per convertirsi dopo la predicazione di Giona. Nei Vangeli
sono anche quaranta i giorni durante i quali Gesù risorto istruisce i suoi,
prima di ascendere al cielo e inviare lo Spirito Santo. Tornando alla
Quaresima, essa è un accompagnare Gesù che sale a Gerusalemme, luogo del
compimento del suo mistero di Passione, Morte e Risurrezione e ricorda che la
vita cristiana è una “via” da percorrere, consistente non tanto in una legge da
osservare, ma nella persona stessa di Cristo, da incontrare, da accogliere, da
seguire.
Le ceneri
La prima domenica di Quaresima il sacerdote sparge un pizzico di
cenere benedetta sul capo. Secondo la consuetudine, la cenere viene ricavata
bruciando i rami d’ulivo benedetti nella Domenica delle Palme dell’anno precedente.
La cenere imposta sul capo è un segno che ricorda la nostra condizione di
creature ed esorta alla penitenza.
Nel ricevere le ceneri l’invito alla conversione è espresso con
una duplice formula: «Convertitevi e credete al Vangelo» oppure «Ricordati
che sei polvere e in polvere ritornerai». Il primo richiamo è alla
conversione che significa cambiare direzione nel cammino della vita e andare
controcorrente (dove la “corrente” è lo stile di vita superficiale, incoerente
ed illusorio). La seconda formula rimanda agli inizi della storia umana, quando
il Signore disse ad Adamo dopo la colpa delle origini:
«Con il sudore del tuo volto mangerai il
pane, finché non ritornerai alla terra, perché da essa sei stato tratto: polvere
tu sei e in polvere ritornerai!» (Gen 3,19). La Parola di Dio evoca la fragilità, anzi la morte,
che ne è la forma estrema. Ma se l’uomo è polvere, è una polvere preziosa agli
occhi del Signore perché Dio ha creato l’uomo destinandolo all’immortalità.
I segni: digiuno, elemosina, preghiera Il digiuno, l’elemosina e
la preghiera sono i segni, o meglio le pratiche, della Quaresima. Il digiuno
significa l’astinenza dal cibo, ma comprende altre forme di privazione per una
vita più sobria.
Il digiuno è legato poi all’elemosina. San Leone Magno insegnava
in uno dei suoi discorsi sulla Quaresima: «Quanto ciascun cristiano è tenuto
a fare in ogni tempo, deve ora praticarlo con maggiore sollecitudine e
devozione, perché si adempia la norma apostolica del digiuno quaresimale
consistente nell’astinenza non solo dai cibi, ma anche e soprattutto dai
peccati. A questi doverosi e santi digiuni, poi, nessuna opera si può associare
più utilmente dell’elemosina, la quale sotto il nome unico di “misericordia”
abbraccia molte opere buone». Così il digiuno è reso santo dalle virtù che
l’accompagnano, soprattutto dalla carità, da ogni gesto di generosità che dona
ai poveri e ai bisognosi il frutto di una privazione. Non è un caso che la
diocesi proponga la Quaresima di fraternità e carità per essere accanto agli
ultimi.
La Quaresima, inoltre, è un tempo privilegiato per la preghiera.
Sant’Agostino dice che il digiuno e l’elemosina sono «le due ali della
preghiera» che le permettono di prendere più facilmente il suo slancio e di
giungere sino a Dio. E san Giovanni Crisostomo esorta: «Abbellisci la tua
casa di modestia e umiltà con la pratica della preghiera. Così prepari per il
Signore una degna dimora, così lo accogli in splendida reggia». Per papa Francesco,
«dedicando più tempo alla preghiera, permettiamo al nostro cuore di scoprire
le menzogne segrete con le quali inganniamo noi stessi».
Quaresima e Battesimo
Da sempre la Chiesa associa la Veglia pasquale alla celebrazione del
Battesimo: in esso si realizza quel grande mistero per cui l’uomo, morto al
peccato, è reso partecipe della vita nuova in Cristo Risorto e riceve lo
Spirito di Dio che ha risuscitato Gesù dai morti. Fin dai primi secoli di vita
della Chiesa la Quaresima era il tempo in cui coloro che avevano udito e
accolto l’annuncio di Cristo iniziavano, passo dopo passo, il loro cammino di fede
per giungere a ricevere il Battesimo a Pasqua. Successivamente anche i
penitenti e poi tutti i fedeli furono invitati a vivere questo itinerario di
rinnovamento spirituale, per conformare sempre più la propria esistenza a
Cristo. Nelle domeniche di Quaresima si è invitati a vivere un itinerario
battesimale, quasi a ripercorrere il cammino dei catecumeni, di coloro che si
preparano a ricevere il Battesimo, in modo che l’esistenza di ciascuno recuperi
gli impegni di questo Sacramento che è alla base della vita cristiana.
«Lava, o Dio santo, la Chiesa dalle impurità
dei nostri peccati perché possa camminare verso la vita eterna con opere nuove,
degne della rinascita battesimale»
(Orazione all’Inizio dell’Assemblea Liturgica, II domenica di
Quaresima).
Don Andrea
Lupi
per Voce
Amica – Marzo 2022