Dote scuola: la regione Lombardia è in ritardo e gli studenti della scuola statale pagano il conto

Per il presidente di Regione Lombardia, il leghista Roberto Maroni, “libera scelta” non significa soltanto dare più soldi alle scuole private, ma abbandonare a se stessi gli studenti che frequentano la scuola statale, “liberi di scegliere”, appunto, se acquistare o meno i libri di testo.

Infatti quest'anno i contributi della dote scuola finalizzati “esclusivamente per l’acquisto dei libri di testo e/o dotazioni tecnologiche” arriveranno a fine settembre, fuori tempo massimo per chi in questi giorni tornerà sui banchi di scuola. Le soluzioni? O rinviare l'acquisto a scuola già avviata o provare a convincere i negozianti ad anticiparli in attesa della dote, come suggerito dall’Assessora regionale Aprea, scaricando sui commercianti una responsabilità e un peso non facilmente sopportabili di questi tempi.

Siamo di fronte ad una scelta inaccettabile di Regione Lombardia a guida leghista, oltre che ad un chiaro esempio di inefficienza e superficialità! I primi a subirne le conseguenze saranno la scuola pubblica statale in generale e gli studenti frequentanti la scuola media o i percorsi di istruzione fino al compimento dell’obbligo scolastico (classi prime e seconde delle scuole secondarie di secondo grado e dei percorsi di istruzione e formazione professionale). Da quest'anno infatti sono esclusi dai contributi gli studenti delle scuole elementari e gli studenti delle superiori dal terzo anno in poi: a questi ultimi toccherà pagarsi i libri e tutto il resto dell’occorrente scolastico. A Cernusco il problema riguarda circa 150 ragazze e ragazzi.

Al contrario, per chi frequenta una scuola privata resta il buono scuola. È sufficiente avere un ISEE inferiore o uguale a 38 mila euro (!) e si accede ad un contributo che va da un minimo di 1.000 ad un massimo di 2.000 euro, contro i 90/240 euro per chi frequenta le scuole pubbliche. Come se non bastasse, se la scuola è privata, si ha diritto al contributo anche per le scuole elementari (fra 300 e 700 euro).

Proprio sul buono scuola nell'ultimo anno è successo qualcosa di nuovo e di rilevante. Grazie alla mobilitazione di associazioni, forze politiche e organizzazioni sindacali, ma soprattutto ai ricorsi di centinaia di genitori con figli iscritti alle scuole statali (tutti con reddito sotto i 15.500 euro!), finalmente potrebbe essere riconosciuto alle famiglie più povere il diritto allo studio negato da Regione Lombardia.

Mirko Chioldin - Portavoce di Sinistra per Cernusco
Danilo Radaelli - Capogruppo di Sinistra per Cernusco