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Martedì 16 Aprile

«“FIGLI DEL REGNO” SIAMO TUTTI NOI»

Don Ettore: “C’è una immagine che ritorna nei passi della Scrittura di questa II domenica di Avvento che ha per titolo “i figli del Regno”, ed è l’immagine della strada, del cammino, della via.”

Lo abbiamo sentito nelle parole cariche di speranza del profeta Isaia: “In quel giorno – è il giorno del Signore – ci sarà una strada dall’Egitto verso l’Assiria”. È la strada che congiungeva queste due grandi potenze, sempre in guerra tra loro, e che passava proprio attraverso la terra di Israele, causando continuamente distruzione e morte. Ma ora, nel giorno del Signore, è tutto diverso: “L’Assiro andrà in Egitto e l’Egiziano in Assiria”. Questa strada diventa luogo di comunicazione, non più di scontro e di guerre. Non solo: “Gli Egiziani renderanno culto insieme agli Assiri” e sempre “in quel giorno Israele sarà il terzo con l’Egitto e l’Assiria, una benedizione in mezzo alla terra”. Questo è dunque il disegno di Dio sull’umanità, il disegno che verrà realizzato nel giorno del Signore, e tutti “i figli del Regno”, cioè tutti coloro che si riconoscono in questo disegno sono chiamati a sostenerlo, favorendo il dialogo, la conoscenza, la riconciliazione, la preghiera, la pace e la comunione.

In giornate segnate dall’odio, dal terrore, dalla paura, dalla rivendicazione, abbiamo bisogno di ascoltare parole come queste e di domandare a Dio di essere, ciascuno di noi, “il terzo” che crea benedizione tra i contendenti. Anche san Paolo, pur non usando le immagini della via o della strada, esprime nel passo della lettera agli Efesini la medesima idea: proprio perché chiamati ad essere “i figli del Regno”, grazie all’azione di Gesù Cristo “abbiamo la libertà di accedere a Dio in piena fiducia mediante la fede in lui”. Grazie all’incontro con Cristo, noi possiamo camminare verso Dio, possiamo accedere a lui, e questo ci aiuta a non perderci d’animo neppure davanti alle violenze che mettono alla prova e distruggono la vita degli uomini.

“Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri” - Ed è proprio Gesù che, nel vangelo secondo Marco, ci si presenta come “via”, come questo nuovo “inizio” – “Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio” – capace di infondere una grande speranza nel cuore dell’uomo. Anzi, la figura di Giovanni che battezza nel deserto e proclama un battesimo di conversione per il perdono dei peccati, richiamando alcuni testi della Prima Alleanza, riprende proprio l’immagine della via: “Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero: egli preparerà la tua via. Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri”.

“I figli del Regno” sono, dunque, coloro che riconoscono in Gesù la via per ritornare al Padre, per avere accesso a Dio. E tutti gli uomini sono chiamati e possono diventare figli del Regno, perché l’annuncio del Vangelo e fatto per tutte le genti, non per pochi eletti, ci ricorda Paolo con il suo ministero apostolico.

“I figli del Regno” sono coloro che vengono inviati come messaggeri, al modo di Giovanni il Battista, per preparare la via del Signore, per acconsentire a tutti di accostarsi e di accedere al mistero di Dio.

“I figli del Regno” sono anche quelli che avvertono la necessità di “raddrizzare i sentieri”, nel preparare la via del Signore, di compiere un vero cammino di conversione, desiderando loro per primi di essere immersi – battezzati – nella novità portata da Dio.

“I figli del Regno” siamo tutti noi, quando accettiamo di riconoscere in Gesù Cristo l’inizio e il fondamento della nostra esistenza, la via per accedere a Dio, colui che porta la salvezza di Dio ad ogni uomo, soprattutto a chi è povero, solo e abbandonato. E, accettando questo, diventiamo noi pure, con la nostra esistenza, messaggeri e annunciatori di un Dio così, capace di curvarsi sulle nostre povertà e di offrire pace, misericordia e perdono. Anzi, ci impegniamo a convertire anzitutto la nostra vita, a far sì che cambi il nostro cuore, per permettere che il cambiamento, quello vero, avvenga nel mondo intero.

In quanto “figli del Regno”, non aspettiamo che sia il mondo a cambiare e non ci lasciamo prendere dalla paura e dal terrore di fronte a quelle forme di violenza così insensate e disumane che vorrebbero spingerci a chiuderci in noi stessi. Siamo disponibili, invece, a cogliere ogni segnale – positivo o negativo che sia – per cambiare la nostra vita e renderla più vera, più umana, più aperta al dialogo, più capace di mettersi al servizio dell’altro, più attenta alla rivelazione dei misteri di Dio, più libera di affidarsi a Lui, perché in questo sta la vera libertà. E abbiamo la possibilità di farlo, non perché migliori di altri, ma semplicemente perché siamo stati “battezzati in Spirito Santo”, cioè immersi nella stessa vita di Dio, che non può non diventare vita anche per gli altri, per tutti.

Don Ettore Colombo

Responsabile della Comunità pastorale “Famiglia di Nazaret”

Letture della II Domenica di Avvento: Isaia 19,18-24; Efesini 3,8-13; Marco 1,1-8.