Rivolta ai giovani per parlare alla comunità intera

IL FORMAT OFFERTO DAI PADRI DI NAZARETH PONE I GIOVANI AL CENTRO DELLA MISSIONE E PER TRAMITE LORO SI RIVOLGE ALLE FAMIGLIE ED ALLA COMUNITÀ INTERA

L’idea di “missione popolare” ha dato spesso e continua ad accendere ovunque un senso di straordinarietà, di occasionalità, di evento speciale, di tempo forte dell’anno pastorale sul filo tematico dei tempi liturgici di Avvento e Quaresima. La missione-giovani vuole essere come un “format” di pastorale giovanile e proprio per questo non si pone come un insieme di “cose belle” da realizzare, ma come un tutto dotato di senso, donato alla chiesa-comunità.

La tradizionale missione popolare o missione parrocchiale non viene misconosciuta ma ricentrata con un focus che ha come suo centro la fascia giovanile. Non si tratta di stravolgere il messaggio sulle verità fondamentali, ma di ri-contestualizzarlo in modo che venga recepito e accolto dalle nuove generazioni.

Oltre la semplice pastorale della convocazione si orienta ad una pastorale della ricerca: è lo stile della «Chiesa in uscita» con preferenza soprattutto ai giovani delle periferie esistenziali.

E dunque la missione-giovani si collocano all’interno della missione stessa della Chiesa. Si tratta del tentativo di portare Dio, di annunciare Cristo e accendere di bellezza la vita, con una parola comprensibile e una modalità adeguata al “tempo che cambia”.

Il volto della missione-giovani diviene allora il volto giovane della chiesa, non solo perché pone i giovani al suo centro, ma perché non teme di rivitalizzare metodi e strumenti per ricontestualizzare l’annuncio.

Non si tratta di dire “facciamo una missione” per dare una scossa di spiritualità e vita cristiana al paese, anche se magari un sussulto ci vuole; ma facciamola perché abbiamo condiviso alcune intenzionalità profonde e vincenti dal punto di vista pastorale:

· Rimettere al centro dell’interesse la figura di Gesù di Nazareth.

· Proporre domande fondamentali su Dio e sulla vita.

· In modo nuovo, in sintonia col sentire-giovane.

· Entusiasmare chi c’è, lavora ma è un po’ stanco (“siamo sempre i soliti”).

· Riaggregare chi se n’è appena andato dai gruppi.

· Contattare chi non si è mai visto.

· Dare una scossa alla parrocchia sul livello giovanile.

· Creare dei gruppi stabili per adolescenti e giovani (risultato della missione) con incontri periodici.

· Dare un nuovo orientamento, stimoli, interesse e fiducia ai genitori in vista dell’educazione umano-cristiana dei figli.

La formula missione-giovani nasce dal cuore di un sacerdote diocesano veronese, don Igino Silvestrelli (1921-2012), che mandato negli anni Cinquanta per conto dell’Azione Cattolica Nazionale a fare da missionario in Maremma Toscana, elaborò un’attualizzazione del messaggio cristiano, nella sua proposta agli adolescenti e ai giovani. La missione-giovani va ad attualizzare il tradizionale format pastorale della missione popolare. Conserva il suo carattere di popolarità, la sua struttura fondamentale di missionarietà, ma si orienta primariamente ai bambini, ai ragazzi, agli adolescenti e ai giovani, e per tramite loro giunge alle loro famiglie.

Liberamente tratto dal testo dei Padri di Nazareth:
MISSIONE-GIOVANI

IDEAZIONE, CONTENUTI, APPARTENENZA, STRUTTURA, PROGETTO PASTORALE