MARIO TOFFETTI, SCULTORE DELLA “TENSIONE VERSO IL DIVINO”

Il nuovo portone è stato iniziato dallo scultore bergamasco Mario Toffetti e poi completato dai suoi due figli: Michelangelo e Fidia.

L’artista che ha iniziato l’opera è stato Mario Toffetti, che purtroppo è venuto a mancare l’8 novembre 2013. I suoi figli hanno poi proseguito nel lavoro. Mario Toffetti di Fornovo (Bergamo) è stato uno dei più noti esponenti dell’arte sacra italiana.

«Ha iniziato la sua parabola d’artista con l’altare della cattedrale di Crema – ha scritto Giorgio Zucchelli, direttore de “Il Nuovo Torrazzo” della Diocesi di Crema, per l’Agenzia Sir, in occasione della sua morte - ottenendo poi nella sua carriera prestigiose commesse, come la porta bronzea della basilica di Santa Maria Maggiore a Roma. Nato il 14 aprile 1948 a Mozzanica, Mario già alle elementari modella in modo sorprendente la creta del fiume Serio. Inizia anche a scolpire. Il padre capisce presto il suo talento e, a 17 anni, nonostante le ristrettezze economiche, lo iscrive all’Accademia Carrara di Bergamo. Nello stesso tempo frequenta la bottega di un artigiano del marmo. Dopo aver acquisito il “mestiere”, Mario decide di dedicarsi totalmente all’arte e inizia la sua attività di scultore, allestendo il suo laboratorio a Fornovo. Ai due figli dà nomi di grandi scultori, Michelangelo e Fidia, come auspicio per il loro futuro: ambedue si inseriscono nella bottega del padre; oggi sono anch’essi scultori.»

Le sue opere in Vaticano - Toffetti, grazie a monsignor Manziana, allora vescovo di Crema, negli anni Settanta, viene fatto conoscere anche negli ambienti vaticani e qui «si guadagna apprezzamenti e gli vengono commissionate opere importanti: il battistero della Cappella Sistina, le oliere in argento per San Pietro, una medaglia e - infine - il quinto portale della basilica di Santa Maria Maggiore, suo massimo capolavoro. Come riconoscimento dei lavori eseguiti, nel maggio 1995, Giovanni Paolo II gli conferisce l’onorificenza di Cavaliere di San Gregorio.»

«Mario Toffetti è stato uno scultore e un pittore d’arte sacra. Una scelta esclusiva. Non gli è mai interessata la produzione da galleria o da museo, la sua arte è sempre stata funzionale all’esperienza di fede che si vive nei luoghi del culto. E ciò che ha saputo meglio esprimere è proprio l’intensità drammatica dell’espressione di fede, intesa come tensione verso il divino. Numerosi gli altari scolpiti nelle chiese del Cremasco e dell’intero Paese. Nel 1992, in occasione della visita di Giovanni Paolo II alle diocesi di Crema, Cremona e Lodi, allestisce la cappella del Centro di Spiritualità di Caravaggio; nel 1994 il presbiterio della cappella del Policlinico Gemelli a Roma; del 2001 il presbiterio della basilica di Sant’Alessandro a Bergamo. Di seguito, numerosi portali, fra cui i tre della basilica di Santa Maria della Croce a Crema (1989), quello del santuario di Santa Maria Assunta di Guanzate (1992), il quinto portale bronzeo di Santa Maria Maggiore, a Roma. Infine, nel 2008, firma il portale della chiesa di Clusone e conclude con quello del santuario di Somasca (Lecco). Molte anche le sculture: in primis la Conversione di San Paolo a Damasco (1999) e la statua di Giovanni XXIII a Sotto il Monte (Bergamo). Nel 2007 ha sorpreso con una straordinaria opera pittorica: il ciclo biblico della cappella del santuario della Bozzola a Garlasco. Nel 2010 il vescovo di Crema mons. Oscar Cantoni gli commissiona cattedra e ambone per completare il presbiterio della cattedrale. Sono le sue ultime due opere e il suo testamento.»

A Cernusco, sono opere di Mario Toffetti anche l’altare, il battistero, l’ambone e la sedia del celebrante della prepositurale. Inoltre, il monumento a don Arcangelo Rossignoli posto all’inizio dell’omonimo vicolo.

Cernusco sul Naviglio, 13 aprile 2015