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LA RISURREZIONE … LA VITA CONTINUA LA SUA PRIMAVERA

I sentieri della vita sono tutti diversi, anzi personalizzati, e s’intrecciano gli uni con gli altriarricchendosi reciprocamente, sebbene non tutti facilmente comprensibili, e mentre lo stupore del nostro sguardo non può scadere in banali considerazioni, la nostra mente accoglie le ragioni del cuore, di fronte alle quali, dobbiamo imparare a meditare, per vedere oltregli stretti confini dei nostri giudizi: miopia tanto diffusa, che non risolve il percorso della nostra risurrezione, felice destino di ogni mulattiera che vede l’Infinito.

 

Una manciata di decenni fa,una bella ed intelligente ragazza viveva nell’hinterland milanese. Cresceva in maniera spigliata, aperta a tutte le novità giovanili e non mancavano le possibilità di avere qualcosa in più, perché in quella casa correva qualche euro senza difficoltà. Gli studi non erano sempre coronati da esiti così brillanti, come ci si poteva aspettare. Anna Maria, questa è la nostra protagonista, trascorreva una esistenza aperta e serena, seppur con qualche ramanzina occasionale; la sua vita,come sempre, era condivisacon gli amici del quartiere o di scuola. Si sa che l’unità di misura dello stare insieme dei giovani è il divertimento, più o meno spinto: tanto che si ritiene di poter godere di tutto, al massimo e nulla è dovuto a nessuno. In questo clima la cultura, ovvero il senso della vita, non ha una logica formativa, ma tutto è improntato sul mi piacee come tale per sua natura tutto è giustificato, senza la minima ombra di una riflessione. Gli studi universitari diventavo sempre più un peso ed un fastidio alla coscienza, sempre più flebile, che era chiamata a scegliere, continuamente, tra l’impegno scolastico e quello di una vita divertente e piacevole.

 

Il rapporto con gli amici si faceva sempre più stretto e promiscuo e gli affetti si consumavano con disinvoltura producendo un’abitudine insensata che portava, per contrappeso, ad una sempre maggiore incapacitàdi scegliere, di valutare,di giudicare il bene dal male e a decidere il bene per sé e per gli altri. In questa atmosfera cupa, incontrava un ragazzo, che date le circostanze, non era il peggio, ma tuti i suoi desideri finivano nell’orbita della propria circonferenza.  Passarono diversi mesi e poi decisero di mettersi insieme, senza alcuna cerimonia. Considerati gli egoismi di entrambe le parti, la convivenza risultava difficile a fasi alterne finché nacque il primo figlio.  Questo aveva permesso di arginare i bollenti spiriti e vivere con più realtà la vita: trovarono un lavoro ed una sistemazione, dapprima in casa dei suoi, e poi altrove, da soli. All’orizzonte compariva di tanto in tanto qualche burrasca, accompagnata da qualche espediente per mettere insieme la difficile situazione economica. Dopo due anni arrivò anche il secondo figlio, la cui presenza rimandava ad una presa di coscienza più umana, ma la vita, compresa l’assistenza dei genitori, incalzava sempre più richiedendo equilibrio e sacrificio: parole inusitate nel vecchio vocabolario della vita dei due, mentre in quello nuovo apparivano con una certa stranezza e tuttavia davano un piacere di pulito, che non avevano mai provato.

 

Renzo, il compagno di Anna Maria, viveva sempre più duramente, mentre lei cominciava ad avere dei disturbi allo stomaco, senza che una diagnosi fosse chiara e tuto veniva vissuto con fatica, ma con un po’ di quiete e letizia, dovuta anche alla loro giovane età: lei aveva 29 anni e lui due in più. Intano la madre di lei, che lavorava con i bambini, per un recupero affettivo e la stabilità psicologica, frequentava un gruppo di preghiera con interesse ed assiduità, assicurando, alla sua visione religiosa,una stabilità ed una certa serenità alla sua vita. Anna Maria capiva che la madre aveva una marcia in più, mentre i proprigiudizi s’infrangevano, come le onde del mare, contro gli insuccessi della vita, le scelte palesemente errate e le decisioni promosse per istinto, senza l’intervento della ragione. Fu così, che a passi lenti che sprofondavano nel riconoscimento di una Bontà, sempre trascurata, quando non vilipesa, prendeva il piglio di visitare una chiesa, meglio definibile come una piccola baracca in legno, non certo di prossima costruzione, ma allusiva alla sua vita disastrata. Quando uscì, con lo sguardo abbassato, avvertì un prato verde mosso da una leggera brezza che tiepida riscaldava quel cuore in frantumi, e gli alberi che crescevano lì attorno, ancora bagnati dalla rugiada delle sue lacrime, facevano sentire, con il loro il fruscìo, un umore più alleviato, quasi un bocciolo di gioia, il cui profumo l’attirava dolcemente, dimenticando il passato.

 

Quei primi passi lenti, che attraversavano quel prato, dai molti sensi spirituali, portavano ad avvicinarsi alla madre che presto capì, cosa mai sfugge ad una madre?che l’accolse, dimenticando anche lei un passato doloroso. Intanto quei dolori diventavano sempre più frequenti ed era anche necessario capire l’origine.Ora tutta la famiglia si sentiva sempre più unita a causa di quel disagio che unisce tutti i cuori e Renzo, in particolare, si sentiva attirato in quella nuova atmosfera spirituale di Anna Maria, partecipando con lei al culto divino, desiderosi di veder passare, quanto prima, questa nuova ondata di problemi che si affacciavano all’orizzonte. Quel giorno, al controllo medico, Anna Maria era andata solo con la mamma, sperando in meglio, ma la notizia era terribile: un tumore che non lasciava che pochi mesi di vita. Il lettore pensi alla vista di quelle nubi nere che oscuravano di doloretutto l’orizzonte umano, la cui intensità non lasciava alcuna speranza e neppure immaginare cosa si fossero detti.  Si seppe solo poco tempo dopo, che Anna Maria rimase in cinta, non certo per caso, ma perché così fu la loro decisione. Dissero così, che quel dolore doveva essere cancellato da una gioia, quella della Risurrezione, dove la vita non finisce, ma si trasforma in quel sapore di eternità che lega l’umanità al suo destino di amore infinito e di pienezza di ogni cuore. Al settimo mese si dovette prendere una decisione: Anna Maria ormai prossima alla fine dei suoi giorni, diede alla luce una nuova primavera che lei volle guardare … per vedere, dentro questo mistero della vita di Matteo, la gioia di una vita che si levava nei cieli del futuro, mentre lei,a meno di una settimana, per altra strada, gustava la primavera della risurrezione, come quella del suo Signore.

                                                                                                                    

Paolo Fiorani

 

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